ERCOLE BERNABEI

Ercole Bernabei nacque nel 1622 a Caprarola (Viterbo) e si dedicò giovanissimo agli studi musicali. Trasferitosi a Roma, ebbe come maestro di composizione Orazio Benevoli e fu anche allievo di Antonio Pastorelli.

Probabilmente, ebbe anche contatti con la scuola di Giacomo Carissimi ed è possibile che, introdotto nelle case dei Chigi, degli Orsini e dei Barberini, abbia avviato la sua formazione teatrale, assistendo alle rappresentazioni effettuate nelle dimore dei principi romani.

In questi anni, frequentò anche la corte della regina Cristina di Svezia, dalla quale ricevette protezione e incoraggiamenti. La prima data sicura della sua attività artistica fu il 1653, anno dell'assunzione come organista nella cappella di San Luigi de Francesi, dove rimase fino al 1665.

Fece anche parte della Congregazione di Santa Cecilia come "guardiano" della sezione degli organisti e, nel 1670, divenne "guardiano" della sezione dei maestri. Nel 1665 divenne maestro di cappella nella basilica di San Giovanni in Laterano, incarico che mantenne due anni prima di ritornare a San Luigi.

In questi anni, si suppone anche un possibile servizio presso il principe Flavio Orsini, a cui dedicò il Concerto madrigalesco a tre voci diverse. Documentata è anche la sua attività in altre chiese romane, in quanto fu organista del secondo coro all'oratorio del SS. Crocifisso e dell'arciconfraternita del SS. Crocifisso.

Tra il 1673 e il 1674, molto probabilmente, compose l'oratorio per l'anno santo Regina Ester liberatrice del popolo Ebreo, eseguito nel 1675 all'oratorio dell'arciconfraternita della Pietà della nazione fiorentina a San Giovanni.

Ormai la sua fama arrivò anche all'estero, venendo scelto dall'elettore Ferdinando Maria di Baviera come maestro di cappella nel 1674. 

Morì nel 1687 a Monaco.

Della sua produzione, molte composizioni andarono perdute, mentre altre sono di incerta attribuzione. 

Dalle poche composizioni superstiti, si nota che Bernabei sapeva ben trattare lo stile polifonico a più parti, oltre a mantenere grande la tradizione della scuola romana. Un esempio di ciò è il Dixit a otto voci reali con istrumenti (1678), ritenuto un capolavoro del genere. 

Tuttavia, Bernabei viene ricordato per aver parzialmente dato al canto nuova forza espressiva, piegando la musica al testo e infondendo alla monodia un calore espressivo e una drammaticità che ricordano Carissimi e Marcello. 

Si elogia anche il suo merito di aver diffuso in Germania lo stile italiano e di aver formato musicisti di elevato valore.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Aria "Bei labri io non vi chieggio", dal "Concerto madrigalesco a tre voci diverse"


Aria "Non più strali", dal "Concerto madrigalesco a tre voci diverse"



Cantata "Dal Regno d'Amore" per soprano e basso continuo



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Meloncelli. Raoul (1967), BERNABEI, Ercole in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 [online]. Ultimo accesso: 6 marzo 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/ercole-bernabei_%28Dizionario-Biografico%29/

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