ALESSANDRO SCARLATTI

Alessandro Scarlatti (nato Pietro Alessandro Gasparo) nacque nel 1660 a Palermo, figlio del musicista Pietro Scarlata e di sua moglie Eleonora D'Amato. 

La prima formazione musicale del piccolo Alessandro avvenne in famiglia e, in seguito, studiò con Bernardo Pasquini, Antonio Foggia e Pietro Simone Agostini a Roma.

In questa città, Scarlatti fece parte dell'"Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani" e, nel 1678, sposò Antonia Anzalone nella medesima parrocchia. Nella capitale italiana, visse e operò fino al 1683, attivo come maestro di cappella in varie istituzioni religiose.

Tra il 1677 e il 1678, Scarlatti collaborò alla composizione di qualche brano dell'opera Amor quando si fugge allor si trova, su libretto dell'abate Vincenzo Maria Veltroni. 

Dal 1678 al 1682 fu maestro di cappella alla congregazione dell'ospedale di San Giacomo e, nel 1679, l'"Arciconfraternita del Crocifisso in San Marcello" lo elesse, insieme ad altri quattro compositori, per musicare i cinque oratori quaresimali.

Fino al 1681, Scarlatti compose quattro drammi per musica, tra i quali L'onesta negli amori (1680) e Tutto il mal non vien per nocere (1681). Per il Carnevale del 1683, invece, scrisse i due drammi Il Pompeo e L'arsate (1666) e la commedia La guerriera costante.

Nel 1682 divenne maestro di cappella e direttore degli oratori nella chiesa di San Girolamo della Carità, incarichi mantenuti per un anno. A questo periodo, risalgono gli oratori latini cantati nell'"Arciconfraternita del Crocifisso".

Dal 1684 al 1702, Scarlatti fu a Napoli, dove lavorò come maestro di cappella nella corte vicereale, occupandosi anche delle commissioni provenienti dai suoi patrocinatori romani, tra i quali i cardinali Pamphili e Ottoboni, don Livio Odescalchi (oratori e cantate) e i principi  Colonna (melodrammi).

Al periodo napoletano, risalgono 40 drammi per musica e circa 10 serenate. Spiccano gli spettacoli marittimi a Posilipo come L'Olimpo in Mergellina (1686), l'oratorio Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Joannem, la raccolta Mottetti sacri (dedicata a Giorgina, la cantante amante ufficiale del viceré Medinaceli) e circa 60 cantate per soprano e basso continuo.

Tra la musica strumentale, invece, si ricordano due suite per flauto e basso contnuo (1699). 

A Napoli, Scarlatti compose sì opere nuove, ma arrangiò anche opere veneziane, adattandole all'uso napoletano. Si dedicò anche all'allestimento e alla gestione di drammi ed eventi musicali, oltre a lavorare come compositore libero professionista per le maggiori feste religiose promosse dalle confraternite.

Solitamente, Scarlatti si spostava a Roma al termine della stagione di Carnevale, al fine di supervisionare l'allestimento degli oratori e coltivare le relazioni con i mecenati romani. Oltre alle richieste romane, Scarlatti ebbe numerose commissioni da alte città italiane.

Tra il 1702 e il 1707 visse a Roma senza un impiego stabile, ma in cerca di un magistero di cappella tramite potenti mecenati. A questo periodo, risalgono cinque drammi per il Pratolino e le due tragedie in cinque atti Il Mitridate Eupatore e Il trionfo della libertà (1707).

Tra gli oratori, si contano 16 lavori, tra cui Il sedecia re di Gerusalemme (1705), mentre tra le cantate spicca il manoscritto Osbord 2, contenente 35 cantate (1704-1705). Si ricordano anche la Messa breve a Palestrina (conosciuta anche come Messa Ottobona), la prima Missa Clementina (1703) e la Missa per il santissimo Natale (1707).

Nel 1702, Scarlatti lasciò Napoli e si recò a Roma, soggiornando per un breve periodo anche a Firenze. Dal 1705, invece, compare tra i "ministri" nei ruoli di casa Ottoboni assieme ad Arcangelo Corelli e, l'anno dopo, grazie al cardinale, fu ammesso all'Arcadia.

Dal 1708 ritornò a Napoli come maestro di cappella della corte, senza però tralasciare le frequenti commissioni romane. Risalgono a questo periodo 21 nuove opere teatrali, tra le quali Il Ciro (1712), la commedia Il trionfo dell'onore (1718) e la serie di drammi per il teatro Capranica per diverse stagioni di carnevale.

Sono di questo periodo anche la serenata pastorale La virtù negli amori (1721), la serentata La gloria di primavera (1716), le dodici Sinfonie di concerto grosso (1715) e le numerose composizioni per strumento a tastiera.

Morì a Napoli nel 1725.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Toccata per clavicembalo in Sol minore


Aria di Artaserse "Dormi, o fulmine di guerra", dall'opera "La Giuditta"


Cantata "Bella dama di nome Santa"


Salmo 51 "Miserere Mei"


Sonata VII in Re maggiore


Sinfonia di concerto grosso n° 4 in Mi minore


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Dominiguez, José Maria (2018), SCARLATTI, Alessandro in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 [online]. Ultimo accesso: 3 marzo 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/alessandro-scarlatti_%28Dizionario-Biografico%29/

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