GIOVANNI LORENZO LULIER

Giovanni Lorenzo Lulier (anche Giovanni o Giovannino del Violone) nacque a Roma nel 1660 circa, in una famiglia di probabile origine spagnola.

Si pensa che sia stato "scolare di contrapunto di Pier Simone Agostino" prima del 1679. Nel 1676, il nome di Lulier compare fra i musicisti ingaggiati per la festa del santo titolare a San Luigi dei Francesi, in quanto partecipò regolarmente alle musiche delle principali festività della chiesa, come suonatore di violone o di violoncello.

Nel 1679 fu ammesso alla "Congregazione dei musici" di Santa Cecilia, divenendone guardiano (1692-1693). Nel 1681 divenne "aiutante da camera" del cardinale Benedetto Pamphili, oltre a collaborare come violoncellista e violinista alle attività musicali promosse dal cardinale.

Si dedicò anche alla composizione, musicando diversi componimenti poetici di Pamphili, come gli oratori S. Vittoria (1685), S. Maria Maddalena de' Pazzi (1687) e S. Beatrice d'Este (1689), oltre a diverse cantate, come Sarei troppo felice (1682) e Non vantar tanta bellezza (1689), entrambe per soprano, due violini e basso continuo.

Si ricordano anche le quattro cantate per soprano e basso continuo Già di trionfi onusto (1688), Con eccessi di sventura (1690), Il nemico d'amore (1690) e In questo della terra ermo confine (1685).

Nel 1682 e nel 1690, Lulier partecipò come suonatore di violone agli oratori quaresimali al SS. Crocifisso di San Marcello, dove fu eseguito il suo oratorio Bethsabeae melodramma (1692), mentre nel 1688 e nel 1695, egli figura tra gli appartenenti al gruppo dei "musici di Campidoglio" come trombonista.

Egli restò al servizio di Pamphili fino al 1690, per poi passare alle dipendenze del cardinale Ottoboni. Proseguì la sua attività di virtuoso di violone e di violoncello nelle musiche scritte per le occasioni più varie dal cardinale.

Agli anni '90, invece, risalgono i drammi per musica L'Agrippina (1691) e Fausta restituita al impero (1697), La santa Genuinda, ovvero L'innocenza difesa dell'inganno (1694), Il Clearco in Negroponte (1695), la favola pastorale L'amore eroico fra pastori (1696) e il Temistocle in bando (1698).

Tra gli altri lavori del periodo, si ricordano gli oratori La Bersabea (1692) e La fondazione dell'Ordine dei servi di Maria (1699), una serenata a 4 voci e archi con "concerti di Arcangelo Corelli", una "Cantata à 3" e un Te deum (1694)

Morì nel 1700 a Roma.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Sonata in Re maggiore


Cantata "Amor, di che tu vuoi"


Cantata "Ferma alato pensier"


Aria "Di quei Lampi", dall'"Oratorio di Natale"


"Allegro", dalla "Sonata per violone"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Morelli, Arnaldo (2006), LULIER, Giovanni Lorenzo in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 [online]. Ultimo accesso: 30 maggio 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-lorenzo-lulier_%28Dizionario-Biografico%29/

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