JOHN CHRISTOPHER SMITH


John Christopher Smith (nato Johann Christoph Schmidt) nacque nel 1712 ad Ansbach (Germania), figlio di Johann Christoph Schmidt, il primo copista di Handel a Londra. Il padre, conosciuto da Handel a Halle, portò con sé la famiglia a Londra nel 1720. 

Il giovane Smith ebbe alcune lezioni da Handel e da Johann Christoph Pepusch, ma studiò soprattutto con Thomas Roseingrave. Successivamente, divenne segretario, assistente musicale e amanuense di Handel, quando questi divenne così cieco da non poter più scrivere o dirigere.

Dal 1753 al 1759, Smith diresse gli oratori di Handel di quegli anni. Per riconoscenza, il compositore tedesco gli lasciò gli strumenti a tastiera della sua casa e i suoi manoscritti.

Dopo la morte di Handel nel 1759, Smith fu coinvolto con John Langshaw nella trascrizione di alcuni brani del compositore tedesco per organo a canne. Nel 1760, invece, sposò Martha Coxe.

Nello stesso anno, dopo il successo del suo oratorio Paradise Lost (1760), divenne direttore artistico del "Covent Garden Royal Theatre", incarico abbandonato nel 1772 per motivi di salute.

Il re gli concesse una pensione annuale e, nel 1774, Smith si ritirò a Bath. Alla morte della moglie (1785), si trasferì nel quartiere londinese di Soho, dove morì nel 1795. 

La sua prima opera fu Teraminta all'italiana (1732), su libretto di Henry Carey, rappresenta al "Lincoln's Inn Fields" di Londra. Seguì Ulisse (1733), su libretto di Samuel Humphreys, rappresentata nello stesso teatro. L'opera si rivelò un insuccesso e Smith decise perciò di non rappresentarne altre.

Nel 1740, incoraggiato da Handel, decise di creare una propria serie di concerti su abbonamento. In nove anni, fece eseguire sei opere in italiano, ossia Rosalinda (1740), Issipile (1743), Il Ciro riconosciuto (1744), Dario (1746), Demofoonte (1747) e Artaserse (1749) - queste ultime tre oggi perdute.

Tra le opere successive ve ne sono tre scritte da David Garrick e basate su Shakespeare, come Le fate (1755), Sogno di una notte di mezza estate, La tempesta (1756) e L'incantatore (1760). La sua collaborazione con Benjamin Stillingfleet diede alla luce la sua ultima opera, Medea (1763).

Tra gli oratori, si ricordano Il Lamento di Davide su Saul e Gionata e Le stagioni (1740). Tra il 1759 e il 1768 diresse le rappresentazioni annuali del Messiah di Handel al "Foundling Hospital", dove era impiegato come organista.

Paradise Lost, il suo oratorio migliore, fu eseguito in prima assoluta nel 1760. Le quattro opere successive, Rebecca (1761), Nabal (1764), Tobit (1764) e Gideon (1769), invece, furono tutte rielaborazioni della musica di Handel 

Tra le altre sue opere, si ricordano i cinque volumi di musica per clavicembalo Suite de pièces pour le clavecin op. 1 (1732), Suite de pièces pour le clavecin op. 2 (1735), Sei suite di lezioni per il clavicordo op. 3 (1755), Una raccolta di lezioni per clavicembalo op.4 (1757) e XII Sonate per clavicembalo op. 5 (1765).

Sono, infine, importanti da citare anche un libro di inni (1765), un servizio funebre per la vedova principessa di Galles (1772), sua allieva di clavicembalo e le cantate Winter, or Daphne on Pope's Fourth Pastoral (1746) e Thamesi, Isi e Proteo, scritto per il principe di Galles Federico.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Suite II in Do minore" per clavicembalo


Ouverture e Allegro in Si bemolle maggiore


"Sonata n° 9 in Do minore" per pianoforte


"Lezione V, op. 3" per clavicembalo


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, The Free Encyclopedia, John Christopher Smith [online]. Ultimo accesso: 23 maggio 2023. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/John_Christopher_Smith

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