LUIGI DALLAPICCOLA


Luigi Dallapiccola nacque nel 1904 a Pisino d'Istria (Croazia), figlio del preside del locale liceo di lingua italiana Pio Dallapiccola e di sua moglie Domitilla Alberti. 

Intrapresi gli studi liceali, si dedicò anche allo studio della musica a Trieste con Alice Andrich Florio (pianoforte) e Antonio Illersberg (armonia). Nel 1922 si iscrisse al Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze, dove ebbe come insegnanti Emesto Consolo (pianoforte), Roberto Casiraghi, Corrado Barbieri e Vito Frazzi (composizione).

Si diplomò in pianoforte nel 1924 e in composizione nel 1931. Una volta conclusi gli studi, divenne insegnante di pianoforte complementare al conservatorio. 

Nel 1930-1940 ebbe un periodo di attività intenso, durante il quale l'approfondimento della musica dodecafonica fu decisivo per lo sviluppo di un linguaggio musicale personale. 

Sempre negli anni '30, si collocano i primi tentativi compositivi rilevanti, come i Tre studi per soprano e orchestra (1932), la Partita (1933) e la Rapsodia per soprano e orchestra (1934). Nel 1935, Dallapiccola partecipò al "XIII Festival della Societé de musique contemporaine" a Praga con il suo Divertimento in quattro esercizi.

L'attenzione al sistema dodecafonico, sperimentata nelle opere degli anni 1935-1939 (Coro degli zitti, Tre laudi, Volo di Notte), il rifiuto della poetica neoclassica dominante e le tendenze demagogiche della poltica culturale fascista, portarono il compositore a isolarsi dal panorama musicale dell'epoca.

Nel 1938 si sposò con Laura Coen Luzzatto e, nello stesso anno, gli fu proposto un balletto prima sull'Odissea e poi su Diana, ma il progetto non fu eseguito a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. 

Sempre nello stesso anno, per prosterare contro la campagna antisemita, nacque la Preghiera di Maria Stuarda, cui seguirono due brani corali su testi di Boezio e di Savonarola, da cui nasceranno i Canti di Prigionia.

Durante la guerra, Dallapiccola fece tournées in Svizzera e Ungheria, oltre a comporre il balletto Marsia (1942-1943), la Sonatina canonica (1943), le Liriche greche (1942-1945) e a rivedere Ritorno di Ulisse in patria (1942) di Claudio Monteverdi.

Negli anni di guerra e nell'immediato dopoguerra, il compositore si impegnò nella realizzazione dell'opera Il prigioniero (1948), la cui composizione fu interrotta diverse volte per realizzare diversi lavori commissionatigli.

Tra gli anni '30 e '60, Dallapiccola fu impegnato notevolmente nelle attività di compositore e di conferenziere. Negli anni '60 nacque l'opera Ulisse, seguita da Sicut umbra, Tempus destruendi..., Commiato e il volume Appunti incontri meditazioni, oltre ad abbozzare alcune battute di un balletto per la "Deutsche Oper am Rhein", ispirato ai Desastres de la guerra di Goya (1973).

Nel 1974 iniziò una composizione su testo di Sant'Agostino, commissionata dalla "National Symphony Orchestra" per il bicentenario degli Stati Uniti, rimasta interrotta a causa della morte del compositore, avvenuta nel 1975 a Firenze.

Le sue prime composizioni si collocano nell'ambito di un linguaggio diatonico, influenzato da Pizzetti, Malipiero e Frazzi. Già nelle prime opere, si denota un interesse di Dallapiccola per la vocalità, solistica e corale, modellata dapprima su poesie istriane, poi su testi religiosi medievali o tratti dall'epica del Kalevala e della Chanson de Roland. 

L'approfondimento del linguaggio polifonico rinascimentale si evidenzia nei Cori di Michelangelo Buonarroti il Giovane. Fin dai primi brani, si nota la ricerca di un'equilibrio formale e un marcato impegno espressivo, che caratterizzano il gusto neoclassico del tempo.

Spunti cromatici, invece, si ritrovano nel Divertimento in quattro esercizi per soprano e cinque strumenti e nel Coro degli zitti, nel quale vengono impiegate anche serie dodecafoniche a scopo coloristico. Invece, il successivo lavoro, Coro dei lanzi briachi, ritorna al linguaggio diatonico delle precedenti composizioni.

Nei Canti di prigionia, il compositore riesce a unire perfettamente elementi modali, tonali e dodecafonici. In essi, si rilevano l'uso strutturale ed espressivo di un frammento del Dies Irae, la particolare atmosfera timbrica suscita dall'uso di un'orchestra di percussioni, arpa e pianoforte, oltre alla varietà nel trattamento della polifonia corale, sempre a fini di espressività drammatica.

Il linguaggio diatonico è principe nel Piccolo concerto per Muriel Couvreux, nel balletto Marsia e nella Sonatina canonica in Mi bemolle maggiore per pianoforte, elaborazione contrappuntistica di alcuni capricci paganiniani. Soltanto nelle Liriche greche compare definitivamente la dodecafonica.

Un maggior rigore dodecafonico si avrà negli anni '50 negli undici brevi pezzi pianistici che costituiscono il Quaderno musicale di Annalibera, in cui un uso magistrale del canone si unisce a un'intima delicatezza espressiva, eliminando i raddoppi di ottava e le false relazioni di ottava, oltre a ritrovare una maggiore libertà ritmico-metrica.

Il Quaderno si ricollega all'opera successiva Canti di liberazione e al già citato Prigioniero e conclude una serie legata al tema della prigionia e della libertà, con una rinnovata affermazione di fede. La complessità dei Canti, di derivazione weberniana, non impedisce una perfetta corrispondenza testo-musica, la quale è costante in tutta l'opera di Dallapiccola.

Nelle opere degli anni 1957-1962, il compositore si reinteressa allo strumentalismo, come nel Concerto per la notte di Natale dell'anno 1956, nel Requiescant e in Three questions with two answers (1962), oltre che nei Dialoghi per violoncello e orchestra (1960).

A partire dai Goethe-Lieder, invece, Dallapiccola preferisce adottare cicli costruiti simmetricamente, basati sulla strumentazione. Tale impostazione si ritrova pure nell'Ulisse.

Fin dagli inizi, Dallapiccola indaga nelle sue opere temi fondamentali come la problematicità della condizione umana, il senso della solitudine e del dolore, la meditazione sulla morte, la ricerca e il colloquio con Dio, oltre a riprendere eventi a lui contemporanei.

Infine, nella sua produzione ricorre continuamente ad associazioni simboliche, fino a utilizzare "ideogrammi" visuali (Cinque canti, Concerto del 1956, Sicutumbra), oltre a prediligere la voce umana, organici cameristici e gradazioni dinamiche per il pianoforte.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Piccola Musica Notturna" per orchestra


"Quaderno Musicale di Annalibera" per pianoforte


"Goethe-Lieder" per mezzosoprano e clarinetti


"Canti di Prigionia" per orchestra


"Dialoghi" per violoncello e orchestra


"Liriche Greche" per orchestra


"Sonatina Canonica su Capricci di Niccolò Paganini" per pianoforte


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Antolini, Bianca Maria (1986), DALLAPICCOLA, Luigi in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 32 [online]. Ultimo accesso: 21 maggio 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-dallapiccola_(Dizionario-Biografico)/

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