NICOLA VICENTINO


Nicola Vicentino (di Vicentini) nacque probabilmente nel 1510 a Vicenza, figlio di Giovanni Vicentino. Fu allievo di Adrian Willaert, compositore attivo alla corte ferrarese, come si deduce dal frontespizio e dalla dedica del suo primo libro di Madrigali a cinque voci per theorica et pratica (1546).

Viene ricordato per il tentativo di ideare nuove teorie armoniche, basate sulla teoria greca antica. Affascinato dai microtoni di alcune scale greche, volle perfezionare l'intonazione mesotonica dell'epoca, concependo un "archicembalo" che, aumentando il numero di divisioni dell'ottava, ottenessere la stessa quinta su ogni grado della scala.

La descrizione dello strumento apparve in un suo trattato (1555), anche se il teorico spagnolo Francisco de Salinas ne fa risalire l'invenzione alla fine degli anni '30 del secolo.

La prima testimonianza dello stato ecclesiastico di Vicentino risale ai già citati Madrigali, in cui si nota che il nome è preceduto dal predicato "don". Il libro è dedicato a Lucrezia, moglie del vicentino Girolamo Chiericati.

Dal 1554 al 1557, Vicentino ricevette diversi benefici ecclesiastici nel Milanese, probabilmente per ottenere delle rendite fra il passaggio dal vecchio al nuovo titolare residente nella cappella del luogo.

Dal 1563 al 1565, invece, fu maestro di cappella a Vicenza, oltre a essere rettore di una delle due porzioni della Chiesa di San Tomaso in Terramara a Milano, con licenza d'insegnare "canto fermo e figurato".

Un'annotazione manoscritta del teorico musicale Ercole Bottrigari sulla sua copia della Moderna prattica informa che nel 1570-1571 tre discepoli di Vicentino (gli ignoti Di Villa e Negri e il più noto Ottavio Bariola) fecero stampare tre suoi libri di musica, tutti perduti. I primi due raccoglievano madrigali, il terzo mottetti e inni.

Il quarto libro di Vicentino raccoglie i Moteta (1571), dedicati al nobile milanese Lodovico Galerato, mentre il quinto è un volume di Madrigali (1572).

I suoi madrigali si diffusero persino in Francia, come evidenzia il suo Passa la nave mia colma d'oblio, il quale fu incluso in un Mellange de chansons di autori fiamminghi. Inoltre, il re Carlo IX di Francia lo attenzionò, così come il compositore Antoine de Bertrand.

Morì nel 1577 a Milano, forse a causa della peste scoppiata l'anno precedente. 

A lui si deve la risoluzione pratica delle lacune del temperamento antico. Diversamente da Zarlino, il suo metodo si affida all'orecchio. La sua proposta teorica fu ripresa, in seguito, a Ferrara da Luzzasco Luzzaschi e a Napoli dai compositori della cerchia del principe Gesualdo.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Madrigale a 4 voci "Musica prisca caput"


Madrigale petrarchesco "Laura che'l verde lauro"


Madrigale a 5 voci "Quando fra altre donne", dal "Quinto libro di madrigali"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Daoimi, Davide (2020), VICENTINO, Nicola in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 99 [online]. Ultimo accesso: 1 maggio 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/nicola-vicentino_%28Dizionario-Biografico%29/

Commenti