BARTOLOMEO CAMPAGNOLI

Bartolomeo Campagnoli nacque nel 1751 a Cento, presso Bologna. Apprese le prime nozioni musicali e il violino da A. D. Dall'Occa. La sua naturale predisposizione e i suoi rapidi progressi necessitarono però la guida di un maestro più capace.

Fu così che nel 1763, il padre gli disse di andare a Modena, dove ebbe per maestro Paolo Guastarobba, violinista della scuola di Tartini. A Modena, iniziò anche gli studi di composizione.

Si recò in seguito con il collega Lamotta a Venezia e a Padova. Nel 1766 tornò nella sua città natale, dove lavorò per due anni nell'orchestra teatrale. 

Nel 1770 si recò a Roma e poi a Faenza, dove si perfezionò con il virtuoso violinista Paolo Alberghi. Andò infine a Firenze, per ascoltare Pietro Nardini, uno dei maggiori violinisti dell'epoca, che divenne ben presto il suo nuovo maestro per circa cinque anni.

Nel 1775 ritornò a Roma, dove ebbe il posto di spalla dei secondi violini nell'orchestra del teatro Argentina. Alla fine dell'anno, il principe vescovo di Frisinga lo chiamò in Baviera, nominandolo primo violino e affidandogli la direzione dei concerti di corte.

Recatosi a Dresda nel 1780, ricevette da Carlo di Sassonia l'incarico di direttore della musica di corte e, tre anni dopo, si recò in Svezia, dove ebbe grande successo.

Dopo poco tempo, ritornò a Dresda, sostando anche a Copenaghen, Amburgo e Potsdam, dove tenne probabilmente dei concerti. Nel 1784 partì per l'Italia, tenendo anche concerti presso numerose città europee e riscuotendo notevole successo.

Nel 1786 passò qualche mese a Praga e, dopo un breve periodo in Italia (1788), ritornò a Dresda, per poi recarsi nel 1796 a Lipsia, dove fu nominato direttore dei concerti e primo violino al "Gewandhaus" (1797-1818).

Nel 1816 andò in Italia con le figlie Albertina e Giannetta, due note cantanti. Due anni dopo, ritornò a Lipsia per dare le dimissioni dal suo incarico e seguire la carriera delle figlie. Nel 1826 si trasferì a Francoforte, dove Giannetta fu scritturata come prima cantante. Morì in questa città nello stesso anno.

La sua fama è legata non sono alle sue qualità esecutivo-compositive, ma anche a quelle didattiche, riscontrabili nel suo Metodo per violino (1797). 


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Concerto per violino in Si bemolle maggiore, op. 15


Concerto per flauto in Sol maggiore, n° 3 op. 3


Capricci nn° 1 - 5


Duetto n° 1 in Mi maggiore, op. 2


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Bragantini, Renzo (1974), CAMPAGNOLI, Bartolomeo in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 [online]. Ultimo accesso: 6 ottobre 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-campagnoli_%28Dizionario-Biografico%29/ 






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