DOMENICO MASSENZIO


Domenico Massenzio nacque nel 1585 circa a Ronciglione, nella zona di Viterbo, da Massenzio e Faustina, in una famiglia di probabili origini artigiane.

Dal 1596, all'età di dieci anni o poco più, Domenico fu putto cantore nella chiesa di "San Luigi dei Francesi" a Roma, affidato al maestro Bernardino Nanino. Vi rimase fino al 1601 e, tre anni dopo, vi cantò come tenore.

Il suo ingresso nel mondo musicale romano fu agevolato dal parente Paolo Massenzio, amico di alcuni cantori di San Pietro e dal fratello maggiore Romolo, sacerdote gesuita. Fu grazie a questi che, nel 1606, Massenzio fu ammesso tra i chierici del "Seminario Romano", dove studiò per quattro anni con Agazzari e Orgas.

Nel 1608 e nel 1616 concorse invano per un posto di cantore nella "Cappella Pontificia". Dal 1610 al 1611 fu tenore della "Cappella Giulia" e, nel 1612, fu ordinato sacerdote, celebrando la sua prima messa nello stesso anno.

A Ronciglione, dov'era anche canonico nella collegiata, tentò di avviare una casa editrice musicale, mentre dal 1612 al 1616 fu maestro di cappella nel seminario romano. Grazie all'appoggio del cardinale Odoardo Farnese, ottenne l'incarico di maestro musicale nella "Confraternita dei Nobili".

Dal 1619 ottenne un beneficio nella chiesa di "Santa Maria in Via Lata" e, quattro anni dopo, ebbe un breve incarico di maestro di cappella al seminario romano, per poi passare al "Collegio Inglese", dove rimase fino al 1626. Da qui fino al 1640, fu chiamato a dirigere i cori durante le principali feste della "Basilica Vaticana".

Morì nel 1657 a Roma.

Come compositore, Massenzio visse una transizione dalla polifonia osservata allo stile concertato, adottando la via di mezzo del "concertato alla romana", con significativi recuperi del contrappunto. 

Nelle sue raccolte mottettistiche, spicca la sua capacità di scrivere per i vari organici dell'epoca (a voce sola, 2-3 voci e per 4 e più voci). Dal secondo libro, usa ritmi declamatori insieme a tecniche contrappuntistiche più raffinate.

Più notevole appare la produzione salmitica, con ben otto raccolte a stampa. Anche i salmi sono composizioni concertate, alternando passi monodici e polifonici e presentando suddivisioni della massa sonora ed effetti d'eco. Lo stesso si ha nelle litanie e nel Completorium op. 8.

Alcune composizioni dell'op. 10 presentano un'insolita disposizione per cinque soprani e basso, forse pensata per monasteri femminili, dove il basso era innalzabile di un'ottava ed eseguibile da un contralto. 

Nelle composizioni profane, invece, si nota il mancano abbandono alla sensualità del tempo, pur ritrovando momenti efficaci e suggestivi nell'andamento melodico degli ariosi e dei declamati. Ciò eccelle nelle composizioni dialogiche e proto-oratoriali, come il Quanti mercenarii del primo libro (1612).

Nelle dediche alle sue musiche, Massenzio dichiara che le stesse non erano volute da committenti, ma erano liberamente prodotte da lui e dedicate ad amici e compatrioti. 

Della sua produzione, rimangono mottetti e arie pubblicati in varie antologie romane e poche composizioni manoscritte a Roma (Dixit Dominus a 8 nella biblioteca del Conservatorio S. Cecilia e un Laudate pueri a 9 nella Biblioteca Casanatense) e a Ratisbona (quattro mottetti a 4-5 voci con strumenti).



BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Salmo 31



Inno



"Voluntary n° 1" per organo



Madrigale "Alla viola mammola"



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Franchi, Saverio (2008), MASSENZIO, Domenico in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 71 [online]. Ultimo accesso: 30 ottobre 2022. Disponibile presso:https://www.treccani.it/enciclopedia/domenico-massenzio_%28Dizionario-Biografico%29/







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