GIOSEFFO GUAMI

Giuseppe (Gioseffo) Guami nacque nel 1542 a Lucca. Si ignora chi gli abbia impartito la prima formazione musicale. Si sa solo che, a Venezia dal 1561, si perfezionò con Adrian Willaert.

Determinante per la sua formazione artistica fu la protezione dei mecenati lucchesi Giuseppe Buonvisi e Ludovico Penitesi, come si deduce dalla dedica del suo Primo libro di madrigali a cinque voci (1565). 

Nel 1568, a dimostrazione della sua fama presso i contemporanei, fu nominato primo organista della cappella del duca Alberto V di Baviera fino al 1570 e poi dal 1574 al 1579. Probabilmente, l'incarico gli fu affidato personalmente da Orlando di Lasso.

Nel 1579 ritornò a Lucca, dove fu organista presso la chiesa di San Michele in Foro. Si sposò, nel frattempo, con Ortensia Bedini, dalla quale ebbe sei figli. 

Intorno al 1585, fu maestro di cappella a Genova al servizio di Giovanni Andrea Doria e, tre anni dopo, fu eletto primo organista in San Marco. Nel 1591, ricevette l'incarico di organista nella chiesa di San Martino a Lucca, che mantenne fino alla morte (1611/1612).

Musicista versatile, fu molto celebrato da Zarlino e da Banchieri: il primo, nei suoi Sopplimenti musicali (1588) lo definì "eccelente compositore et sonator d'organi suavissimo", mentre il secondo, nei suoi Concerti ecclesiastici a otto voci (1609), si vantò di essere "discepolo del Signor Gioseffo Guami".

Seguendo le tendenze del tempo, Giuseppe, in ambito strumentale, si distaccò dai modelli vocali, in favore di un linguaggio orientato allo stile concertato. Strutturalmente suddivise in più sezioni imitative, le canzoni rivelano spunti creativi nella condotta delle voci.

Qualche indicazione sulle intenzioni compositive si ricava dai titoli delle singole canzoni, secondo la diffusa abitudine dell'epoca di dare denominazioni esplicative dello stile adottato o che omaggiassero famiglie amiche e nobili.

Quanto alla musica sacra, si evidenzia l'influenza di Orlando di Lasso: spesso differenziati armonicamente e ritmicamente, i suoi mottetti si discostano, nella forma a 8 o più voci, dal modello a doppio coro veneziano, manifestando nella scrittura compatta a capella l'importa del maestro fiammingo.

L'impiego  frequente del declamato, l'alternarsi di contrappunto e omoritmia, l'uso di madrigalismi e un'accresciuta varietà ritmica, si legano nei madrigali all'arricchimento dei rapporti armonici. Nella sua ultima produzione, si ritrovano molte false relazioni, di modulazioni insolite e una frequente alternanza dei modi maggiore e minore.

Riguardo la sua musica per organo, di cui non si conosce molto, la stessa denota l'influenza del virtuosismo di Andrea Gabrieli, senza raggiungere l'ampiezza formale delle opere di Claudio Merulo.

Tra le composizioni incluse nelle raccolto dell'epoca, si ricordano otto madrigali a 5, uno a 6 e due a 3 voci; una greghesca a 5 voci; due canzonette a 3 voci; un dialogo a 10 voci; la messa In me transierunt a 5 voci, un Magnificat, un bicinium, due mottetti, due parti di messa, una toccata e varie canzoni strumentali, oltre a diverse fonti manoscritte.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Canzona XXIV a 8 voci


Canzona "La Lucchesina"


Mottetto "Beata es, Virgo Maria" à 7


Canzona "L'Accorta"


Canzon detta "La Guamina"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Pelagalli, Rossella (2003), GUAMI in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 60 [online]. Ultimo accesso: 11 ottobre 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/guami_%28Dizionario-Biografico%29/










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