ENRICO DE LEVA

Enrico De Leva nacque nel 1867 a Napoli, figlio di Salvatore De Leva e di Giuseppa Casaccoli.

Dotato di grande talento musicale, fu indirizzato dalla famiglia vero severi studi compiuti al Conservatorio di San Pietro a Maiella, dove ebbe come insegnanti Florestano Rossomandi (pianoforte), Giuseppe Puzone (armonia) e Nicola D'Arienzo (contrappunto e composizione). Prese lezioni anche da Luigi Sangermano.

Iniziò giovanissimo a comporre canzoni napoletane, a cui si dedicò per tutta la sua esistenza e che lo resero famoso. Compose anche lavori teatrali e sinfonici, iniziando con l'opera in quattro atti La Camargo (1898), rappresentata a Torino sotto la direzione di Arturo Toscanini.

Pur non avendo conseguito il diploma, la preparazione maturata al conservatorio e l'esperienza di autodidatta gli permisero una brillante carriera concertistica come pianista, facendo tournée in varie città italiane ed estere. 

Il prestigio acquisito lo portò nel 1907 a succedere a Nicola D'Arienzo come direttore musicale degli istiuti musicali delle "Santissime Giuseppina e Lucia" di Napoli.

Svolse anche attività didattica, prima in privato e poi, dal 1915, come insegnante di canto al "Conservatorio di San Pietro". Nominato più volte membro di giurie e commissioni artistiche, si dedicò anche all'attività di conferenziere e, nel 1905, tenne la conferenza "Impressioni e giudizi musicali" in cui affrontò la divulgazione del wagnerismo in Italia.

Nel 1916 contribuì all'organizzazione del comitato di festeggiamenti per il centenario di Giovanni Paisiello e anche fu presidente del primo congresso della "Federazione orchestrale italiana" a Milano.

Fu amico intimo di Gabriele D'Annunzio ed ebbe un sodalizio artistico con Salvatore di Giacomo, dalla cui collaborazione nacque la più celebre delle sue canzoni, 'E spingole frangese, la quale ben presto si diffuse in tutta Europa.

Proficua fu anche la collaborazione con Roberto Bracco, che nel 1908 pubblico la sua raccolta di testi poetici Vecchi versetti, la quale ispirò le canzoni di De Leva 'O munaciello e 'Nu passariello sperzo (1901), tra i migliori esempi del genere patetico.

Significativo fu, inoltre, il contributo di Enrico all'arte canora, con la lunga attività didattica. La sua arte trovò terreno fertile al salone Margherita, il più elegante café chantant europeo, dove De Leva visse una sua fortunata stagione artistica e conobbe numerosi intellettuali, artisti e giovani aristocratici in cerca di fortuna e successo.

Musicista assai dotato, diede il meglio di sé nel campo della canzone in quello della romanza, la quale aveva trovato a Napoli il suo ambiente ideale.

Fu costretto a interrompere la sua attività musicale nel 1943, a seguito della morte dell'unico figlio Rosario, trucidato a soli diciotto anni dai tedeschi a Faicchio (Benevento), dove la famiglia risiedeva durante la guerra. Morì a Napoli nel 1955.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Canzone " 'E spingule francese"


Canzone " 'A novena"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Meloncelli, Raoul (1988), DE LEVA, Enrico in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 [online]. Ultimo accesso: 12 dicembre 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-de-leva_%28Dizionario-Biografico%29/




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