BONAVENTURA FURLANETTO

Bonaventura Furlanetto (detto "Musin") nacque nel 1738 a Venezia in una famiglia di umili condizioni. Trascorse la sua adolescenza nella parrocchia di San Nicolò dei Mendicoli, dove probabilmente fece le prime esperienze musicali.

Iniziò gli studi musicali con lo zio materno N. Formenti, dilettante d'organo, proseguendoli con G. Bolla, sacerdote della parrocchia di Santa Margherita, che gli impartì lezioni di armonia e basso continuo. Fu autodidatta per quanto riguarda contrappunto e fuga.

Intraprese anche studi filosofico-letterari presso i gesuiti e, una volta divenuto chierico, rinuciò al sacerdozio per dedicarsi totalmente alla musica, però conservando il privilegio di indossare l'abito talare.

Inizialmente fu insegnante di clavicembalo e, in seguito, passò alla composizione, scrivendo prevalentemente messe, mottetti, vespri e altre composizioni sacre regolarmente eseguite nelle chiese veneziane.

La sua prima composizione fu un Laudate Dominum (1762), seguita da La sposa di sacri cantici (1763), eseguita a Santa Maria della Fava. Successo ebbero anche l'Oratorio di San Filippo Neri (1763) e l'oratorio Giubilio celeste al giungervi della sant'anima del proto martire Giovanni Nepomuceno (1765).

Successivamente scrisse solo composizioni sacre e, nel 1768, compose la musica per la canonizzazione di Girolamo Miani a Santa Maria della Salute. Nello stesso anno, compose l'oratorio Ioseph pro-rex Aegypti thypus Christi per il coro dell'Ospedale della Pietà, dove fu nominato maestro, incarico che mantenne fino alla morte.

La sua attività compositiva aumentò dopo il 1770 quando, oltre a lavori sacri, scrisse cadenze per le virtuose del "Conservatorio della Pietà", tra le quali Bianca Sacchetti e la Benvenuta. Nel 1774 concorse per il posto di vicemaestro nella basilica di San Marco, ma non riuscì a ottenerlo.

Nel 1782 divenne organista supplementare, poi vicemaestro provvisorio (1794), vicemaestro effettivo (1797) e, infine, maestro di cappella della basilica di San Marco (1808). Nel 1811 fu nominato maestro di contrappunto e fuga nell'Istituto filarmonico di Venezia, città in cui morì nel 1817.

Compositore minore, fu esponente delle ultime manifestazioni della tradizione musicale del XVIII secolo. Dedicatosi esclusivamente alla musica sacra, era abilissimo nel contrappunto e ciò gli fece guadagnare la stima e l'ammirazione di allievi e compositori. Purtroppo, il suo carattere schivo e modesto non permise la diffusione delle sue composizioni all'infuori dell'ambito ecclesiastico.

In particolare, le composizioni scritte per San Marco rivelano, oltre alla padronanza dello stile fugato, una personale distribuzione delle parti vocali, caratterizzate da elegante cantabilità e naturalezza melodica.

Singolare fu la scrittura orchestrale degli oratori, dove, oltre ai fiati e agli archi allora in uso, compaiono strumenti insoliti (controfagotto, trombone, doppio corno, oltre alle percussioni). 

Apprezzato insegnante, fu autore di solfeggi per voci soprano (oggi perduti), molto apprezzati dai maestri di canto.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Mottetto "Domine Jesu Christe"


Kyrie


Mottetto "Regina Coeli"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Meloncelli, Raoul (1998), FURLANETTO, Bonaventura, detto Musin in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 [online]. Ultimo accesso: 19 dicembre 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/furlanetto-bonaventura-detto-musin_%28Dizionario-Biografico%29/



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