ANDREA GABRIELI

Andrea Gabrieli nacque verso il 1533 a Venezia. Più conosciuto come Andrea da Cannaregio, è molto probabile che nacque nell'omonimo sestiere di Venezia. Non si conosce molto sulla sua famiglia, senonché fosse figlio di un certo Domenico.

Incerte sono le notizie sulla sua giovinezza e sulla sua formazione musicale. La sua prima opera stampata conosciuta è il madrigale a 5 voci Piangete occhi miei, lassi, inserito nella raccolta Il terzo libro di madrigali a 5 voci (1554) di Vincenzo Ruffo.

Nel 1555, invece, risulta impegnato come organista nella chiesa di San Geremia a Venezia, incarico mantenuto fino al 1562, quando si recò in Baviera con il duca Alberto V.

In Germania, conobbe diversi sovrani, membri di case regnanti e personaggi illustri della nobiltà tedesca, come si desume dalle dediche ad Alberto V (Sacrae cantiones, 1556), all'arciduca Ferdinando d'Austria (Il secondo libro di madrigali a 5 voci, insieme doi a 6 et uno dialogo a 8, 1570), all'arciduca Carlo d'Austria (Primus liber missarum, 1572) e a Guglielmo, futuro duca di Baviera (Ecclesiasticarum cantionum, 1576).

Non si hanno molte notizie sull'attività del compositore una volta rientrato in patria e fino al 1566. Probabilmente, lavorò come organista alla Cappella Ducale, e, in seguito, divenne secondo organista.

Si ipotizza che fu anche a Milano, poiché la sua canzone a sei strofe Per monti e poggi, per campagne e piagge contenuta nel suo Primo libro di madrigali a 5 voci è legata alla visita a Bergamo di un elevato funzionario ecclesiastico o, secondo fonti più precise, fu realizzata per il cardinale arcivescovo Carlo Borromeo, in occasione del suo ingresso nel capoluogo lombardo nel 1565.

Nonostante i diversi impegni ecclesiastici, Gabrieli fu anche noto come autore di musica profana, come mostrano i due volumi di madrigali (1566 e 1570) e la raccolta Greghesche et iustiniane (1571).

Nel 1571 partecipò ai festeggiamenti per la vittoria di Lepanto, per i quali compose la battaglia a 8 voci Sento un rumor, fatta stampate dal nipote Giovanni nella raccolta Concerti di Andrea, et di Gio. Gabrieli (1587).

Nel 1574, in onore della visita di Enrico III a Venezia, realizzò le cantate Ecco Vinegia bella a 8 voci e Or che nel bel seno a 12 voci. Al 1583, invece, risalgono gli Psalmi Davidici, qui Poenitentiales nuncupantur, dedicati a Gregorio XIII.

Nel 1583 compose la musica per i quattro cori della tragedia Edipo tiranno di Sofocle, per l'inaugurazione del teatro Olimpico di Vicenza e, l'anno successivo, divenne primo organista della Cappella Ducale.

Morì nel 1585 a Venezia, per "febre et catarro".

Esponente celebre della scuola veneziana, lasciò notevoli composizioni sacre e profane. La parte più rilevante della sua opera è costituita dalla produzione sacra, ambito nel quale si orientò verso una declamazione naturale, accogliendo nuovi elementi sonori e di colore timbrico ed emancipandosi dalla tecnica fiamminga.

La sua importanza storica, tuttavia, rimane legata ai Concerti (1587), i quali adottano, per la prima volta, lo stile concertato e una nuova concezione del suono, il quale entra a far parte del discorso musicale. 

Ciò porta a un'arricchimento del linguaggio policorale che offre diverse possibilità espressive, grazie a una varia e originale tessitura dei due semicori (assai estesi all'acuto e al grave).

Gabrieli mira a un dialogo più serrato tra i cori, ricavando profitto dai loro improvvisi contrasti, dagli effetti d'eco, dalle sonorità complessive, dalle interruzioni e ripetizioni testuali.

Nella musica profana, invece, egli adotta una scrittura tranquilla, senza scadere in cromatismi e madrigalismi abbondanti, spingendosi anche a soluzioni originali, come il libero trattamento imitativo delle voci, l'impiego del recitativo corale e del dialogo, nonché lo sfruttamento di tutte le possibilità della progressione sonora.

Riguardo al rapporto con il testo poetico, Gabrieli predilige contenuti pastorali o gioiosi, interpretati con una scrittura sapientemente variata ritmicamente.

Nelle sue giustiniane e greghesche, inoltre, aderisce a una sorta di linguaggio gergale, costituito da una miscela di veneziano, greco, dalmatico e istriano.

La produzione strumentale, infine, spicca per la presenza di composizioni stilisticamente e formalmente significative. Il repertorio organistico, in particolare, distingue tra brani tastieristici (i ricercari) e adattamenti di pezzi vocali, indicati differentemente con i termini "ricercare" e "canzone francese".


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Mottetto a 8 voci "Jubilate Deo"


Selezione di "Ricercari"


"Toccata del nono tono" per organo


Missa Brevis


Madrigale a 5 voci "O, Beltà Rara"


Battaglia a 8 voci "Sento un Rumor"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Pelagalli, Rossella (1998), GABRIELI, Andrea in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 51 [online]. Ultimo accesso: 25 ottobre 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-gabrieli_%28Dizionario-Biografico%29/

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