GIUSEPPE PERSIANI

Giuseppe Persiani nacque nel 1799 a Recanati (Marche), figlio del violinista Tommaso Persiani e di sua moglie Angiola Morresi. Imparò il violino dal padre e studiò canto e composizione con il maestro di cappella del duomo cittadino, Domenico Guizza.

Alla morte del padre (1810), Giuseppe portò avanti con le sorelle la scuola di musica paterna, oltre a esibirsi come violinista nelle locali orchestre teatrali. Nel 1819 lasciò per sempre Recanati, stabilendosi dapprima presso alcuni parenti a Tolentino dove, forse, eseguì la sua prima composizione conosciuta, un Tema per violino con accompagnamento di chitarra francese. 

Successivamente, ottenne una scrittura come violinista al teatro Valle di Roma. Nel 1820 riuscì, invece, a entrare al "Reale Collegio di Musica" di Napoli, lavorando contemporaneamente come orchestrale al teatro "San Carlo". 

Contemporaneamente, Persiani studiò con Nicola Zingarelli e Giacomo Tritto (contrappunto e composizione) e con Girolamo Crescentini (canto).

Persiani lasciò Napoli alla fine del 1823, per ricoprire un posto di maestro di musica a Cerignola, dove produsse varia musica sacra. L'anno successivo si recò a Roma, dove compose l'oratorio Abigaille o sia La morte di Naballo, rappresentato nel 1826.

Debuttò come operista alla "Pergola" di Firenze con l'opera buffa Piglia il mondo come viene, seguita dal dramma semiserio L'inimico generoso (1826) e l'opera seria Danao re d'Argo (1827), accolte tutte positivamente. Non tocco, invece, la stessa sorte alle opere Attilia in Aquileia (1827), Gastone di Foix (1827) e Il solitario (1829).

Il compositore, invece, ottenne un grande successo con il melodramma serio Eufemio di Messina (1829). Nello stesso anno, Persiani sposò Francesca Felicita Maria Tacchinardi, dalla quale ebbe un figlio, che morì in tenera età.

Nel 1834-1835 Persiani scrisse l'opera seria Ines de Castro per la stagione di carnevale. L'opera ebbe un grande successo, venendo rappresentata numerose volte in Italia e in Europa.

Nel 1837 Persiani e la moglie si trasferirono a Parigi, dove Francesca era stata scritturata come primadonna agli Italiens. Qui, Persiani fece rappresentare l'opera semiseria Il fantasma (1843).

L'ultimo melodramma del compositore fu L'orfana savoiarda, imposto dalla moglie alla direzione del teatro del Circo di Madrid e mai rappresentato. Persiani, conclusa a 47 anni la sua carriera di compositore con 12 opere rappresentate, continuò a lavorare come impresario.

Nel 1846 progettò la nascita a Londra di un nuovo teatro italiano, in competizione con il più grande "Her Majesty's". 

In vecchiaia, i due coniugi si ritirarono a Parigi e morirono entrambi per apoplessia, Fanny nel 1867 e Persiani nel 1869. 

In una lettera di Nicola Tacchinardi a Maria Francesca Persiani, si menzionano alcuni progetti operistici del compositore non realizzati o non identificabili, nonché di un Antonio Foscarini programmato per il 1836 al "San Carlo" di Napoli. 

I soli brani pianistici a lui attribuibili con sicurezza sono le Variazioni brillanti sul tema "La madre rea punisci" dalla Semiramide di Rossini e un Gran Walzer.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Ouverture dell'opera "Ines de Castro"


Gran walzer


Variazioni brillanti sul tema "La madre rea punisci", dall'opera "Semiramide" di Gioachino Rossini


Aria "Cari giorni", dall'opera "Ines de Castro"



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Ciarlantini, Paola (2015), PERSIANI, Giuseppe in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 82 [online]. Ultimo accesso: 28 giugno 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-persiani_%28Dizionario-Biografico%29/

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