ARNOLD VON BRUCK

Arnold von Bruck nacque nel 1500 circa a Bruges (Belgio). Sulla giovinezza del compositore, si sa che fu ammesso alla cappella di corte del Ducato di Borgogna verso il 1506, probabilmente dapprima come corista.

Dopo la morte del duca Filippo il Bello, il giovane trascorse diverso tempo alla corte della reggente Margherita d'Austria a Mechelen. Probabilmente, alla corte fu influenzato musicalmente da Marbriano de Orto e Pierre de La Rue.

Negli otto anni seguenti, non ci sono informazioni sul suo percorso. Tuttavia, fonti successive affermano che, in quel periodo, fu ordinato sacerdote nella diocesi di Théouanne e che lavorò alla corte viennese.

Non esistono testimonianze dirette fino alla seconda metà del 1527, quando fu nominato Kapellmeister dell'arciduca reggente Ferdinando a Vienna.

Si ritirò alla corte imperiale nel 1545, fermandosi a Vienna e lavorando come cappellano alla cattedrale di Santo Stefano. Qui compose alcuni brani per il coro della cattedrale e, dal 1548 in avanti, visse a Linz.

Morì nel 1554 in questa città.

Godette di una reputazione speciale come maestro della cappella di corte di Vienna. In accordo con la sua sfera d'influenza, le sue composizioni si diffusero in Germania meridionale e in Austria.

Il suo arrangiamento del mottetto Sancta Trinitas di Antoine de Févin, scritto forse durante la sua permanenza alla cappella della corte borgognona, fu pubblicato nel 1537 a Norimberga. 

In questa città, fu anche pubblicata anche una raccolta di canti sacri e profani (1534) dedicati al compositore. Nella raccolta, sono presenti sue 20 composizioni, oltre a brani di Ludwig Senfl e Wilhelm Breitngraser.

Nel 1544, l'editore Georg Rhau di Wittenberg pubblicò l'innario sacro Newe deudsche geistliche Gesenge für die gemeinen Schulen, contenente 17 brani di Arnold.

Dal punto di vista moderno, il principale merito del compositore risiede nelle sue ambientazioni di testi tedeschi. Esse, insieme alle canzoni profane, presentano una struttura simile al cantus firmus, con un contrappunto denso e imitato. Inoltre, il tenore e la voce superiore sono legati fra di loro ed elaborano la melodia imitandola in ottava. Sono rari, infine, i movimenti cantoriali omofonici.

La sua musica sacra, invece, andò in gran parte perduta, insieme ai manoscritti della corte viennese e della cattedrale di Santo Stefano. I mottetti sopravvissuti evidenziano la tipica polifonia vocale franco-fiamminga di metà XVI secolo, con la sua imitazione densa e sonora.

Sono insoliti i movimenti a due o a quattro parti per sole voci superiori "ad voces aequales", probabilmente scritti per i cori maschili della cappella di corte viennese. Anche qui, si denota la massima difficoltà contrappuntistica, espressa da passaggi lunghi in canone stretto, nonché dalla varietà e dalla maestria degli arrangiamenti del cantus firmus.

L'esempio migliore di ciò lo si ha nel Dies Irae in quattro parti, dove l'intero poema di sessanta righe viene elaborato continuamente, utilizzando il metodo del cantus firmus corale strofico-ripetitivo.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Mottetto "Aus tiefer Not schrei ich zu dir" (Per un'angoscia profonda, grido a te)


Mottetto "So drincken wir alle" (È così che tutti noi entriamo)


Mottetto a 6 voci "Fortitudo Dei regnantis"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, Die Freie Enzyklopādie, Arnold von Bruck [online]. Ultimo accesso: 9 marzo 2024. Disponibile presso: https://de.wikipedia.org/wiki/Arnold_von_Bruck

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