DONATO DA CASCIA

Donato da Cascia (anche Donatus de Florentia) nacque in un anno sconosciuto a Cascia, un sobborgo di Firenze. Le scarse notizie sulla sua vita si ricavano quasi esclusivamente dalle fonti contenenti le sue composizioni.

Da esse e dalle caratteristiche stilistiche delle sue composizioni, si suppone che il periodo di attività di Donato sia compreso tra il 1350 e il 1370 circa. Alcuni manoscritti vedono il suo nome preceduto dai titoli "don", "ser" e "Dominus" e lo rappresentano in miniature con abiti monacali. Ciò indica che Donato apparteneva a un ordine monastico, quasi certamente quello benedettino dei camaldonesi.

Alcuni madrigali musicati dal compositore (Come da lupo pecorella presa, Un bel girfalco scese alle mie grida, I' fu già usignol in tempo verde, tutti su testi di Niccolò Soldanieri) si ritrovano nella raccolta Il novelliere (sec. XV) del lucchese Giovanni Sercambi.

Oltre a tali testi, Donato musicò altri cinque madrigali: due di Franco Sacchetti, due di Arrigo Belondi e uno di Antonio Alberti. Il fatto che tutti questi autori siano toscani rafforza l'ipotesi che l'attività musicale del compositore si sia svolta a Firenze e che egli non abbia avuto altri contatti con le corti del Nord Italia.

Scarse sono le informazioni ricavabili dai testi musicati da Donato: il madrigale Sovranuccello se'fra tutti gli altri si riferisce, probabilmente, a uno dei due viaggi dell'imperatore Carlo IV fatti in Italia, mentre Dal cielo scese per iscala d'oro alluderebbe al matrimonio (1382) tra Samaritana da Polenta e il veronese Antonio Della Scala.

Del compositore, ci sono giunti 15 madrigali, una caccia, una ballata e un virelai, ai quali si aggiungono altri due madrigali, la cui musica è andata perduta. Alcuni dei brani compaiono nel Codice Squarcialupi, una delle fonti più rappresentative dell'Ars Nova italiana.

I madrigali, tutti a due voci, sono stilisticamente ascrivibili al primo periodo dell'Ars Nova fiorentina e, in parte, presentano alcune novità compositive sviluppate dai musicisti della generazione di Francesco Landini.

Si nota, soprattutto, l'influenza di Jacopo da Bologna, specie per quanto riguarda l'uso di frasi monodiche per collegare singoli versi del testo poetico, anche se Donato talvolta utilizza frasi a due voci. Sono rari gli episodi imitativi e, se presenti, come nel madrigale L'aspido sordo e'ltirello scorzone, sono liberi sia nel ritmo che negli intervalli.

Nelle composizioni di Donato si ritrova una maggior stabilità tonale rispetto a quelle dei suoi contemporanei. Quasi la metà di esse inizia e finisce sul medesimo grado tonale e i procedimenti paralleli di consonanze perfette sono spesso evitati, a favore di incontri di consonanze di terza e di sesta.

A differenza di Giovanni e di Gherardello da Firenze, Donato adotta una condotta ritmicamente variata delle voci nelle sezioni intermedie di ogni verso dei madrigali, mentre la seconda e la penultima sillaba sono musicate in lunghi e sinuosi melismi.

L'unica caccia del compositore sembra appartenere stilisticamente a un periodo successivo a quello dei madrigali, soprattutto per l'intonazione a 3 voci e la presenza del testo poetico in tutte le parti. 

Anche la sua unica ballata risulta posteriore ai madrigali, poiché il testo a dialogo è intonato senza la ripetizione della musica utilizzata nella ripresa della volta, secondo un procedimento adottato nelle ballate composte tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo.

La composizione Je portami ablement, la quale presenta il testo solo nell'incipit, infine, appartiene molto probabilmente alla forma poetica francese del virelai, forma affine alla ballata italiana.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Madrigale "Un bel girfalco"


Caccia "Faccia chi de', s'el po', chè passa l'ora"


Virelai "Je portami ablement"


Ballata "Senti tu d'amor"


NOTE

Caccia: particolare tipo di madrigale che sfrutta l'artificio contrappuntistico del canone. Si chiama così perché rappresenta musicalmente scene legate alla caccia, al commercio e al gioco e anche perché una voce "caccia" l'altra, ossia la segue. Di solito, è a tre voci, denominate "Triplum", "Duplum" e "Tenor". Le prime due si inseguono e contengono il testo poetico, mentre la terza funge da accompagnamento musicale. Né la musica né il testo seguono uno schema regolare. L'invenzione del genere fu attribuita al compositore medievale Maestro Piero ed esempi di tale forma si ritrovano in Francesco Landini, Niccolò da Perugia, Gherardello e Lorenzo da Firenze, ecc. (Fonte: Wikipedia)

Ballata: genere musicale nato nel XIV secolo, originatosi dal "ballo a tondo" con l'alternarsi di solista e coro: il solista, inizialmente, cantava la "ripresa" o "ritornello" e dirigeva la danza, ripetuta dal coro. Queste opere, spesso, venivano improvvisate e, probabilmente, erano l'equivalente italiano del virelai francese. Il suo maggiore esponente fu Francesco Landini. (Fonte: Wikipedia)

Virelai: forma poetico-musicale, molto coltivata dai trovieri francesi in lingua d'oïl. Si componeva di un numero variabile di stanze, articolate in strofa e volta (verso di chiusura). La struttura musicale seguiva quella poetica, con schema A (ritornello), B (strofa) e A (volta). Originariamente monodico, il virelai sopravvise in forma polifonica fino alla fine del '500. (Fonte: Sapere.it)


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Cecchi, Paolo (1992), DONATO da Cascia in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 [online]. Ultimo accesso: 22 marzo 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/donato-da-cascia_(Dizionario-Biografico)

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