FRANCISCO ASENJO BARBIERI

Francisco de Asís Esteban Asenjo Barbieri nacque nel 1823 a Madrid, figlio di José Asenjo e di sua moglie Petra Barbieri. Nel 1830 entrò nel convento dei "Trinitarios de Santa Cruz de la Zarza", dove ricevette una formazione approfondita in latino, retorica e poetica.

Nel 1837 iniziò la sua formazione universitaria iscrivendosi alla facoltà di medicina, abbandonandola presto in favore di quella di ingegneria e, infine, passando alla Scuola di Architettura.

In questi anni formativi, fu essenziale la figura del nonno, José Barbieri, con il quale visse al Teatro de la Cruz. Qui conobbe il repertorio italiano e studiò solfeggio con il maestro José Ordóñez Mayorito.

Sempre nel 1837, si iscrisse al "Conservatorio de Música y Declamación de María Cristina", dove ebbe come insegnanti Ramón Broca (clarinetto), Pedro Pérez de Albéniz (pianoforte) e Baltasar Saldoni (canto).

Verso il 1840, iniziò a studiare composizione con Carnicer. Al 1842, invece, risalgono le sue prime composizioni musicali registrate, tra le quali una Barcarola per orchestra e una serie di valzer. Contemporaneamente, lavorò come corista, direttore di coro e fece anche parte di una compagnia teatrale.

Dopo il fallimento finanziario di quest'ultima, continuò lo studio della composizione con Carnicer. Compì una tournée in Spagna come direttore di una compagnia d'opera italiana e, nel 1845, fu assunto come maestro di musica alla "Escuela de Nobles y Bellas Artes" di San Eloy e come maestro al Liceo di Salamanca.

Tornò a Madrid nel 1846, iniziando la sua attività musicologica e scrivendo la sua prima opera, Il Buontempone, su libretto di Carnicer. Fu anche membro fondatore della società "La España Musical", nata allo scopo di creare l'opera spagnola. Il progetto però fallì, poiché il pubblico preferiva l'opera italiana e il governo non gli diede supporto finanziario.

Fu anche segretario e archivista del "Liceo Artístico y Literario" di Madrid e cronista musicale per "La Ilustración" e, verso il 1850, diresse la prima della sua opera Gloria y peluca, che portò alla nascita del genere teatrale della zarzuela.

Nel 1851, Barbieri fondò la "Società degli Artisti", insieme al poeta Olona, al cantante Salas e ai compositori Gaztambide, Oudrid, Hernando e Inzenga, con i quali formò anche una compagnia al "Teatro Circo". Uno dei maggiori successi della società fu la prima di Jugar con fuego (1851), opera che segnò l'inizio del fenomeno della "Zarzuela Grande".

Nel 1853, Francisco si recò a Parigi per costruire un teatro per la nuova zarzuela, idea concretizzatasi tre anni dopo con l'inaugurazione del "Teatro de la Zarzuela", occasione per la quale compose una Sinfonía concertante e l'atto unico La Zarzuela.

Anche se questo tentativo fallì, il compositore riuscì a creare un nuovo teatro agli Champs Elysées, riuscendo a diventare ben presto uno dei protagonisti della vita musicale madrilena, fatto che gli fece ricevere la nomina di "Commendatore Ordinario del Reale e Illustre Ordine di Carlos III" (1864).

Barbieri recuperò repertori stranieri e spagnoli, oltre a creare nel 1866 la "Società dei Concerti" e la "Società dei Bibliofili Spagnoli".

Il periodo della sua maturità creativa (1856-1874) fu segnato dalla lotta per la restaurazione della musica spagnola, eseguendo i "Concerti quaresimali" e le opere di compositori storici spagnoli, tra i quali Cristóbal de Morales. Il sucesso di queste iniziative portò alla nascita della "Sociedad Española de Conciertos".

Nel 1868 rifiutò la nomina a professore di "Armonia e Storia dell'Arte Musicale" al Conservatorio e, l'anno dopo, divenne membro della commissione per l'affitto del Teatro Real di Madrid, assumendo l'incarico di direttore d'orchestra.

Negli anni '60 intraprese diversi viaggi in Europa, durante i quali volle far rappresentare a Parigi la versione francese della sua zarzuela Entre mi muyer y el negro (1862), ma non vi riuscì a causa di divergenze con il direttore dell'Opéra.

Nello stesso anno, scrisse le opere El secreto de una dama e, nel 1864, Pan y toros. Nel 1866 compose una marcia trionfale per la cerimonia di posa della prima pietra della Biblioteca Nazionale di Madrid.

Nel 1870 eseguì la prima di Robinson, un suo omaggio all'opera Buffa e la prima di El tributo de las cien doncellas del 1872. Due anni dopo, debutta la migliore zarzuela di tutti i tempi, El barberillo de Lavapiés. 

Negli ultimi anni di vita (1875-1894) scrisse zarzuele poco innovative e meno importanti delle precedenti. La sua ultima opera, El señor Luis el tumbón o Despacho de huevos frescos (1890), dimostrò il suo definitivo declino musicale.

Molto importante fu anche la sua attività musicologica, iniziata con lo scritto El Teatro Real y el Teatro de la Zarzuela (1877) sull'ingiustizia subita dalla zarzuela a favore dell'opera e l'articolo Danzas y Bailes de España en los siglos XVI y XVII sulla rivista "Ilustración Española y Americana".

Nel 1878 ricevette varie onorificenze, oltre a pubblicare il prologo storico della Crónica de la ópera italiana en Madrid desde el año 1738 hasta nuestros días e il pamphlet Las castañuelas.

Nel 1879 divenne membro della "Commissione per la redazione della legge sulla proprietà intellettuale e sui teatri", mentre l'anno dopo divenne presidente onorario della società artistico-letteraria valenciana "Lo Rat Penat".

Dal 1880 alla sua morte, Barbieri eseguì altre otto opere, molto bistrattate dalla critica. In questa ultima fase, la sua opera più significativa fu la pubblicazione del "Cancionero Musical de los siglos XV y XVI".

Morì nel 1894 nella sua città natale.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Sinfonia sopra dei motivi di zarzuela" per orchestra e banda militare


Seguidilla "Aunque soy de La Mancha" (Anche se sono della Mancia), dall'opera "Pan y toros" (Pane e tori)


"Canzone di Paloma", dall'opera "El barberillo de Lavapiés" (Il barberillo di Lavapiés)


"Potpourri" per sestetto con pianoforte, dall'opera "Jugar con fuego" (Giocare con il fuoco)


"Introduzione e coro dei borseggiatori", dall'opera "Los diamantes de la corona" (I diamanti della corona)


Musica di scena "Cantemos al que un dia" (Cantiamo a colui che un giorno), dall'opera "Don Quijote" (Don Chisciotte)


Duetto "Ya va, esposa" (Arrivo, moglie), dall'opera "Mis dos mujeres" (Le mie due donne)


NOTE

Seguidilla: canzone spagnola accompagnata dalla danza, tipiche delle comunità autonome di Castilla-La Mancha e di Madrid. Il termine, secondo alcuni, deriva dalla frase "a seguida mala vida" e viene attestato per la prima volta nel 1599 nell'opera dello scrittore spagnolo Mateo Alemán. Il genere conosce la massima diffusione tra il XVII e il XVIII secolo, con la creazione di numerose varianti locali (manchegas, boleras, sevillanas, gitanas, ecc.). La seguidilla si caratterizza per il suo ritmo ternario (3/4 o 3/8) e il suo movimento animato, prevedendo un accompagnamento di nacchere (castañuélas), chitarre, mandole (bandurria), liuto, mortaio (almirez) e bottiglia di anice con chiave. Altri strumenti meno frequenti sono la bombarda e il tamburello. Questo tipo di canzone si basa su un testo formato da strofe di quattro versi alternati di sette e cinque sillabe, con assonanza in quelli pari, seguite da ritornelli (estribillos) di tre versi variabili (cinque sillabe il primo e il terzo, sette il secondo). Il tema delle canzoni è frequentemente quello amoroso anche se, talvolta, sono previsti temi picareschi o giocosi. Esempi del genere si ritrovano nell'opera Carmen di Georges Bizet e nella Suite española di Isaac Albéniz. Fonte: Wikipedia


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Ruiz, Leticia Martín (2018), Francesco de Asís Esteban Asenjo Barbieri su "Real Academia de la Historia" in Diccionario Biográfico electrónico. Ultimo accesso: 4 aprile 2023. Disponibile presso: https://dbe.rah.es/biografias/7805/francisco-de-asis-esteban-asenjo-barbieri

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