IGNAZIO DONATI


Ignazio Donati nacque intorno al 1575 a Casalmaggiore, in provincia di Cremona. Gran parte delle notizie sulla sua vita sono incerte e le prime informazioni attendibili sulla sua attività risalgono al 1596/1598, quando fu maestro di cappella alla cattedrale di Urbino, dove ritornerà, con lo stesso incarico, dal 1612 al 1615.

Nel primo trentennio del secolo, fu attivo presso diverse città italiane, come Pesaro, Fano, Ferrara, Novara, Lodi e Milano. Questi numerosi spostamenti evidenziano il prestigio raggiunto dal compositore negli ambienti musicali del tempo.

Si è certi, tra le altre cose, della sua appartenenza all'"Accademia dei Filomeni", sotto lo pseudonimo di "Auriga". 

Morì nel 1638 a Milano.

Donati fu molto attivo nel campo della composizione sacra, scrivendo per tutti i generi praticati all'epoca. Il suo contributo maggiore, tuttavia, fu dato nell'ambito del mottetto, preferendo il mottetto concertato da due a cinque voci con basso continuo.

In questi mottetti, spesso riuscì a unire un'elevata abilità contrappuntistica con un naturale dono melodico, qualità difficilmente riscontrabili nella produzione mottettistica dell'epoca. 

Un esempio si ha nel Confitebor dall'Opera 6 nel quale, alternando passi solistici ad altri affidati a piccoli gruppi o all'intero organico, riuscì a rendere più variato possibile il brano, nonosante il suo testo uniforme.

Le stesse capacità sono rivelate anche nelle sue due raccolte di mottetti solistici. Nel Primo libro dei mottetti a voce sola (1619), dà utili consigli sull'insegnamento canoro, sostenendo che "da quali quei che desiderano imparare a portare la voce con gratia, et acquistare dispositione potranno ageuolmente da se prendere la maniera di cantar gratiosamente, far scherzi, passaggi, ed altri leggiadri effetti".

Invece, nel Secondo libro [...], si sofferma sul fatto di "cercar di far solfeggiare bene il figliolo con voce gagliarda e piena..., reiterando le suddette note sempre un poco più, con più prestezza". Solo in seguito, l'allievo potrà passare al vocalizzo, da eseguire con "la testa alta, con il guardo all'in su, la bocca mezza aperta per non perder fiato" e cercando di "non arcar le ciglia, non mover le labra, et di non far atto disdicevole nel volto"

Si ricordano, infine, due volumi di messe (1622 e 1633), delle quali una fu eseguita a Milano durante la celebrazione della festa di San Carlo (1889).


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Estratto dai "Salmi Boscarecci concertati"



Mottetto "O Gloriosa Domina"



Quattro mottetti tratti dalle raccolte "Primo e Secondo libro dei mottetti a voce sola"



Concerto ecclesiastico a 5 voci "Exsultate omnes"



"Agnus Dei" dalla "Missa à 6"



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Pezzotti, Alessandra (1992), DONATI, Ignazio in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 [online]. Ultimo accesso: 8 gennaio 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/ignazio-donati_%28Dizionario-Biografico%29/









 

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