ANTONIO LOTTI


Antonio Lotti (nato Antonio Pasqualin) nacque nel 1667 a Venezia, figlio del musicista Matteo Lotti e di Marina Gasparin. A causa del nuovo incarico del padre come maestro di cappella, la famiglia si trasferì a Hannover, dove Lotti trovò accoglienza presso i Gradenigo.

La sua formazione musicale si svolse con Giovanni Legrenzi. Grazie a lui e alla famiglia Gradenigo, Lotti divenne dapprima cantore straordinario presso la Confraternita di Santa Cecilia (1687) e, in seguito, contralto alla Cappella Ducale di San Marco (1689).

Lotti si perfezionò ulteriormente con Luigi Fuga, maestro di contrappunto dei cantori di San Marco. Nel 1692 divenne secondo organista presso la Cappella.

L'anno successivo, iniziò la sua carriera teatrale al teatro veneziano di Sant'Angelo. La sua prima opera fu Il trionfo dell'innocenza, seguita dal dramma pastorale Tirsi (1697).

Nel 1700 gli fu confermata la carica di maestro di cappella presso la Scuola dello Spirito Santo, incarico che deteneva da cinque anni. Dal 1701, si dedicò anche al genere dell'oratorio, scrivendo prima l'oratorio volgare Gioas re di Giuda e poi l'oratorio San Romualdo (1702).

Nel 1705 divenne primo organista e diede alle stampe la raccolta di musica vocale da camera Duetti, terzetti e madrigali, dedicata all'imperatore Giuseppe I. Lotti mantenne la carica di primo organista per più di trent'anni, dedicandosi anche alla carriera teatrale (1706-1715).

A Venezia conobbe la cantante Santa Stella, poi divenuta sua moglie. Nei primi vent'anni del '700, Lotti lavorò occasionalmente presso varie chiese e monasteri veneziani.

Nel 1711, il compositore si recò a Novara per far eseguire alcune sue composizioni sacre e, qualche anno dopo, andò a Dresda, dove tra il 1616 e il 1617 si occupò della realizzazione della stagione teatrale della città.

In questo periodo, realizzò Giove in Argo e Ascanio, ovvero Gli odi delusi dal Sangue (1718) e Teofane (1719), rappresentata in occasione delle nozze tra il principe elettore di Sassonia e l'arciduchessa Maria Gioseffa d'Austria.

Dopo il soggiorno a Dresda, Lotti si concentrò quasi solo sull'attività compositiva ecclesiastica, dedicandosi alle composizioni a cappella. Nel 1733 fu notato per il suo salmo Miserere per la liturgia della settimana santa e, tre anni dopo, compose il madrigale a quattro voci Spirito di Dio, ch'essendo il Mondo infante, che accompagnò lo sposalizio del doge con il mare, antico rituale laico previsto per la festa dell'Ascensione.

Queste due composizioni ebbero lunga fama, pure dopo la morte di Lotti, avvenuta a Venezia nel 1740.

Oltre alle composizioni teatrali e oratoriali, Lotti produsse anche molta musica ecclesiastica (diverse decine di messe, singole parti dell'Ordinarium Missae, salmi e antifone per la liturgia delle ore), composizioni profane (duetti, terzetti, cantate e arie solistiche) e lavori strumentali (sonate, trii, quartetti e sinfonie).


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Missa Sapientiae



"Crucifixus", dall'"Ordinarium Missae"



Messa del Primo Tuono (conosciuta anche come "Missa Brevis" in Re minore)



Aria "Supplica ad Amore". dall'opera "La vita caduca"



"Sonata à 4 in Si bemolle maggiore" per due oboi, fagotto e basso continuo



Madrigale "Giuramento amorosa", dalla raccolta "Duetti, terzetti e madrigali a più voci"



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Steffan, Carlida (2006), LOTTI, Antonio in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 [online]. Ultimo accesso: 25 gennaio 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-lotti_%28Dizionario-Biografico%29/















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