DOMENICO SCARLATTI

Giuseppe Domenico Scarlatti nacque nel 1685 a Napoli, figlio del musicista e compositore Alessandro Scarlatti e di sua moglie Antonia Anzalone. Studiò musica con il padre e non, come affermano alcuni biografi, con Francesco Gasparini o Bernardo Pasquini a Roma né con Gaetano Greco a Napoli.

Nel 1701 fu nominato organista e compositore nella cappella reale di Napoli, con la funzione aggiuntiva di "clavicembalista da camera" del viceré Medinaceli. In questo periodo, scrisse le prime composizioni, tra le quali il mottetto Antra, valles, divo plaudant per 5 voci, archi e basso continuo, tre sonate e alcune cantate da camera.

Dopo dei brevi viaggi a Firenze e a Roma, Scarlatti ritornò nella sua città natale, dove compose il melodramma L'Ottavia ristituita al trono, rappresentato al teatro di S. Bartolomeo.

Nel 1708, il compositore si stabilì a Roma, dove lavorò come maestro di cappella della regina Maria Casimira di Polonia, per la quale compose diverse opere teatrali, cantate, serenate e oratori.

Nel 1714, Scarlatti divenne maestro della cappella Giulia in S. Pietro e, l'anno successivo, fu affiliato alla Congregazione dei Musici di S. Cecilia. La produzione vaticana del compositore annovera 7 messe e circa 50 pezzi sacri, dei quali ci sono pervenuti solo due Miserere e uno Stabat Mater a 10 voci.

Nel 1719, il compositore lasciò l'incarico alla cappella Giulia per servire il re del Portogallo Giovanni V di Braganza, venendo assunto come compositore della cappella patriarcale e maestro di musica della famiglia reale.

Nel 1727, Scarlatti ritornò a Roma, dove sposò Maria Caterina Gentili, dalla quale ebbe cinque figli. 

Ritornato a Lisbona con la famiglia, si dedicò ferventemente alla composizione, scrivendo 23 grandi opere e 11 serenate. Della musica ecclesiastica, ci restano solamente un Laetatus sum, il mottetto Te gloriosus e un Te Deum a 8 voci.

Dedicati al re Giovanni V, gli Essercizi per gravicembalo (1738) diedero un forte impulso alla fama europea del compositore. 

Negli ultimi anni di vita, Scarlatti scrisse la Missa quatuor vocum (1754) in "stile antico" e il Salve Regina per soprano, archi e basso continuo, il quale si rifà alla grande tradizione vocale napoletana.

Morì nel 1757 a Madrid.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Sonata in Sol minore "La fuga del gatto" per pianoforte


Cantata "O qualmeco Nice cangiata" per soprano, violino, violoncello, arpa e clavicembalo


Mottetto "Te Gloriosus" per coro e basso continuo


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Fernandes, Cristina (2018), SCARLATTI, Giuseppe Domenico in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 [online]. Ultimo accesso: 5 novembre 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-domenico-scarlatti_%28Dizionario-Biografico%29/

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