PIETRO NARDINI

Pietro (Antonio Pasquale) Nardini nacque nel 1722 a Livorno, figlio del fabbricante di ghiaccio Giovanni Battista Nardini e di sua moglie Maria Teresa Borrani.

Iniziò da giovanissimo lo studio del violino e non si esclude che i primi rudimenti dello strumento gli siano stati impartiti da compositori livornesi, come i violinisti Antonio Del Bravo, Francesco Galeotti e Francesco Puccini o l'organista Leonardo Cini.

Nel 1734, probabilmente, Nardini si recò a Padova per studiare alla scuola di Giuseppe Tartini, anche se si hanno poche notizie sull'effettiva durata di quest'apprendistato.

Nel 1760, il compositore fece un viaggio a Vienna per partecipare come violinista ai festeggiamenti nuziali per l'arciduca Giuseppe e Isabella di Borbone, mentre l'anno successivo raggiunse la corte ducale del Württemberg a Stoccarda.

Il soggiorno a Stoccarda durò dal 1762 al 1765 e, durante questo periodo, Nardini conobbe Leopold Mozart. Dopo un breve soggiorno alla corte di Brunswick e altri viaggi a Vienna e a Dresda, nel 1767 il compositore ritornò nella sua città natale.

Nel triennio 1765-1767, la collaborazione con Filippo Manfredi (violino), Giuseppe Maria Cambini (viola) e Luigi Boccherini (violoncello) portò alla formazione del primo quartetto d'archi professionistico, il Quartetto Toscano, il quale si esibì diverse volte durante la festa di S. Croce a Lucca.

Dal 1769, è documentata la presenza del compositore come primo violino e direttore della cappella di corte del granduca Leopoldo di Toscana. Negli anni trascorsi a corte, Nardini continuò a viaggiare, soprattutto a Napoli e a Roma. 

Ritornato a Firenze, il compositore continuò a esibirsi in numerose occasioni legate a contesti accademici ma, con il passare del tempo, queste esibizioni furono sempre più rare.

Morì nel 1793 a Firenze.

La sua produzione musicale annovera sonate per violino, concerti per violino, sonate a tre, duetti, 6 quartetti per archi, 2 ouverture, sonate per cembalo, 2 sonate per flauto, 2 concerti per flauto e orchestra, 9 sonate per due flauti e basso, 2 duetti per flauto e 5 sonate per flauto, violino e basso.

Considerato il continuatore e il massimo erede di Tartini, Nardini fu molto ammirato per la sua tecnica dell'arco, lo stile cantabile e l'invenzione melodica, oltre che per il suono uniforme ed espressivo, apprezzato soprattutto nell'esecuzione dei movimenti lenti.

Alcune tracce dello stile tartiniano sono evidenti nelle Sonate per violino e basso, nei Fourteen new Italian Minuets for two violins and a bass (1750) e nelle Sonate per due violini (1765), dove si nota l'uso del basso continuo e l'articolazione in tre tempi (lento-veloce-veloce).

Anche i Sei concerti op. 1 per violino presentano lo schema tartiniano, in quanto iniziano in tempo lento, seguito da un tempo rapido e cantabile e da un finale in forma di rondò. 

Sebbene meno numerose delle composizioni violinistiche, le composizioni per flauto, infine, mostrano tratti interessanti nella scrittura idiomatica per flauto e nella ricerca di una spiccata cantabilità negli "Adagio".


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Concerto per violino in Sol maggiore


Sonata "Enigmatica" per violino in Fa maggiore


FONTI BIBLIOGRAFICHE

D'Ovidio, Antonella (2012), NARDINI, Pietro in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 77 [online]. Ultimo accesso: 29 novembre 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-nardini_%28Dizionario-Biografico%29/

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