JUAN VÁSQUEZ


Juan Vásquez nacque nel 1500 circa a Badajoz (Spagna). Come molti compositori della sua epoca, anche nel suo caso si hanno pochissime informazioni biografiche.

Si sa che nacque a Badajoz nel primo decennio del XVI secolo, ma sono ignote la data esatta di nascita e tutto ciò che riguarda la sue origini e la sua formazione musicale.

Il suo nome compare per la prima volta nei documenti della cattedrale di Plasencia, dove fu assunto come cantore nel 1511. La sua voce viene descritta come quella di un contralto, quindi se ne deduce che Vásquez, a quel tempo, era ancora un bambino.

Dal 1511 in poi, di lui non si hanno più tracce per vent'anni, fino a quando il suo nome non ricompare nei verbali della cattedrale di Badajoz, dove appare nel 1530 come cantore della cappella. Secondo i medesimi verbali, nello stesso anno egli fu nominato maestro dei coristi della cattedrale, con il compito di impartire loro lezioni quotidiane di canto piano, organo e contrappunto.

Nel 1535 fu nominato "succentore" (colui che cantava salmi, preghiere e responsori subito dopo il precentore) in sostituzione di Francisco Grageras e, tre anni dopo, se ne andò dalla sua città natale. 

Come molti compositori del tempo, anche Vásquez iniziò il suo pellegrinaggio tra le cappelle delle cattedrali del paese: dapprima, fu cantore della cattedrale di Palencia (1539), poi in quella di Madrid (1541) e, infine, ritornò alla cattedrale di Badajoz (1545-1550).

Nel 1551 fu assunto a Siviglia dal nobile Antonio de Zúñiga, priore di San Juan, al quale dedicò la raccolta Villancicos y canciones a tres y a cuatro (1551). Al 1556 risale la sua raccolta Agenda defunctorum e, quattro anni dopo, fu dato alle stampe il libro Recopilación de sonetos y villancicos a cuatro y a cinco voces, dedicato al suo nuovo mecenate Don Gonzalo de Moscoso y Cáceres Peña.

Morì nel 1563 a Siviglia (Spagna).

La prima e la terza raccolta del compositore sono opere di carattere profano, contenenti brani in spagnolo, principalmente in forma di carole (balli che si danzavano tenendosi per mano e girando in cerchio).

A differenza di altri compositori che erano anche sacerdoti, come Francisco Guerrero, Vásquez pubblicò le sue opere profane, comprese quelle con temi amorosi, senza convertirle al divino. 

Alcuni testi delle sue opere sono presi in testi da noti poeti e letterati dell'epoca, come Juan Boscán, Garcilaso de la Vega, Gil Vicente e Comendador Escrivá. Altri, invece, si basano su poesie e canti popolari.

In queste raccolte profane, il compositore seguì la tradizione dei canti e delle romanze popolari di fine XV secolo, ma iniziò anche a interessarsi gradualmente al madrigale italiano.

La sua prima raccolta contiene 26 canti e canzoni a tre e quattro voci, come si deduce dal nome della stessa. La sua seconda raccolta, invece, contiene 67 brani, di cui 48 canti a quattro e a cinque voci. Dieci brani della raccolta furono già pubblicati nel primo libro. 

La sua terza raccolta è l'unica opera sacra del compositore pervenutaci. Fu dedicata a Juan Bravo de Morata, appartenente a una famiglia nobile di Lorca. Di essa, rimangono due copie, una delle quali è conservata nella "Biblioteca della Diputación" di Barcellona e l'altra all'"Archivio della Cattedrale" di Valladolid.

L'opera è formata da 18 brani per l'"Officiorum defunctorum" (Ufficio dei defunti) e 9 per la "Missa pro defunctis" (Messa per i defunti). Il primo è composto da un invitatorio con relativo salmo, da 9 antifone, da 5 lezioni, da un responsorio e, infine, dal Cantico di Zaccaria e dal canto Requiescant in pace, Amen. 

Come si nota, nell'"Officiorum defunctorum" il compositore scelse per le sue composizioni due delle ore maggiori (il Mattutino e le Lodi), omettendo i Vespri. Tuttavia, egli incluse le melodie gregoriane delle parti per le quali non ha composto il relativo brano polifonico.

La maggior parte dei brani è a quattro voci, anche se alcune sezioni sono a tre e altre a cinque. Tutti i brani, tranne le lezioni, includono la loro melodia gregoriana insieme alla polifonia.

Alcuni vihuelisti castigliani, infine, realizzarono trascrizioni delle opere di Vásquez per vihuela e canto solista. Esempi sono le raccolte Silva de Sirenas (1547) di Enríquez de Valderrábano (contenente 3 trascrizioni), Libro di musica di vihuela (1552) di Diego Pisador (contenente 3 trascrizioni) e Orphénica Lyra (1554) di Miguel de Fuenllana (contenente 13 trascrizioni).


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Villancico "Con qué la lavaré?" (Con cosa lo lavo?), dalla raccolta "Ricompilazione di sonetti e villancicos a quattro e a cinque voci"


Villancico "Soledad tengo de ti" (La solitudine che ho di te)


Villancico "De Los Álamos vengo, Madre" (Da Los Álamos vengo, madre), dalla raccolta "Ricompilazione di sonetti e villancicos a quattro e a cinque voci"


Villancico "Duélete de mí, señora" (Si allontani da me, signora), dalla raccolta "Lira orfana"


"Sana me domine", dalla raccolta "Agenda defunctorum"


"Responsorium", dalla raccolta "Agenda defunctorum"


Villancico "Talles ollos como los vosos" (I nostri occhi sono come quelli dei nostri amici)


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, La Enciclopedia Libre, Juan Vásquez [online]. Ultimo accesso: 1 agosto 2023. Disponibile presso: https://es.wikipedia.org/wiki/Juan_V%C3%A1squez

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