KAIKHOSRU SHAPURJI SORABJI


Kaikhosru Shapurji Sorabji nacque nel 1892 a Chingford (Regno Unito). Il padre, Shapurji Sorabji, era un ingegnere civile di Bombay, mentre la madre, Madeline Mathilda Worthy, era una cantante, pianista e organista di Camberwell.

Poco si sa della vita e degli studi musicali del giovane Sorabji. Secondo le fonti, imparò il pianoforte dalla madre all'età di otto anni e, in seguito, da Emily Edroff-Smith, musicista e insegnante di pianoforte amica della madre. Frequentò anche una scuola dove, oltre all'istruzione generale, prese lezioni di musica, pianoforte, organo e armonia, oltre a lezioni di lingua tedesca e italiana. 

Il primo approfondimento sulla vita di Sorabji viene dalla corrispondenza con il compositore e critico musicale Peter Warlock, iniziata nel 1913. Questi gli suggerì di diventare critico musicale e compositore, ma gli sconsigliò di frequentare l'università. Così, Sorabji decise di studiare privatamente (1910-1916) con il pianista e compositore Charles A. Drew. 

In questo periodo si avvicinò e scambio idee con i compositori Bernard van Dieren e Cecil Gray, amici di Warlock. Alla fine del 1919, Warlock inviò al critico musicale Ernest Newman alcune partiture di Sorabji, ma queste furono ignorate.

Fu definito un "late starter", in quanto non aveva composto musica prima dei ventidue anni. Sebbene la sua musica fosse da alcuni non apprezzata, alcuni la accolsero positivamente, come Frederick Delius, Alfred Cortot e Alban Berg.

Sorabji suonò per la prima volta in pubblico nel 1920 e, nel decennio successivo, eseguì occasionalmente le sue opere in Europa. A metà degli anni '20, strinse amicizia con il compositore Erik Chisholm, la quale portò al periodo più fecondo della sua carriera pianistica. A Glasgow eseguì in prima assoluta l'Opus clavicembalisticum e la Quarta Sonata (1930), il notturno Jāmī (1931) e la Toccata Seconda (1936). 

Nel 1950, Sorabji lasciò Londra e sei anni dopo si stabilì a The Eye, nel Dorset. Come critico, non guadagnava nulla e, nonostante il modesto stile di vita, a volte si trovava in difficoltà finanziarie. Nonostante il suo isolamento e il ritiro dal panorama musicale, aveva mantenuto una cerchia di ferventi ammiratori, tra i quali lo scrittore americano Norman Pierre Gentieu. 

Negli anni, Sorabji si stancò sempre più di comporre, a causa di problemi di salute, stress e stanchezza. Dopo il completamento della Messa grande sinfonica (1955-1961) decise di smettere di comporre e di distruggere i manoscritti esistenti. 

Nel 1969, il compositore Alistair Hinton scoprì la sua musica e gli fece ritornare l'interesse nella composizione. Hinton gli suggerì anche di concedere il permesso di suonare le sue opere in pubblico, cosa che fu concessa e segnò la fine del "divieto" imposto anni prima.

Nel 1984, Sorabji completò la sua ultima opera, Due sutra sul nome dell'amico Alexis e smise di comporre a causa del calo della vista e della difficoltà a scrivere. Nel 1988 fu colpito da un lieve ictus e lo stesso anno morì per insufficienza cardiaca e cardiopatia arteriosclerotica, all'età di 96 anni. 

Durante la sua vita, Sorabji stesso contribuì a diffondere dei falsi miti su di lui: sosteneva di avere parenti nelle alte sfere della Chiesa Cattolica e indossava un anello che, a suo dire, era appartenuto a un cardinale siciliano e, in seguito, al Papa.

Si dichiarò, inoltre, apertamente omossessuale e fu anche interessato all'occulto, alla numerologia e ad argomenti correlati. Inoltre, parlava favorevolmente dei Parsi, mantenendo un interesse per la sua eredità persiana e insistette affinché il suo corpo fosse cremato dopo la morte. 

Sebbene si professasse non cattolico, potrebbe aver abbracciato una parte di questa fede nel privato. 

La prima composizione conosciuta di Sorabji (oggi perduta) è una trascrizione per pianoforte del brano orchestrale In a Summer Garden (1914) di Delius. Le sue prime opere sono sonate, canzoni e concerti per pianoforte: tra questi, le Sonate per pianoforte n° 1-3 sono le più ambiziose e sviluppate e si caratterizzano per l'uso dell'unico movimento e per l'atematicità, ma mancano di coerenza stilistica e forma organica. 

I Tre pastiches per pianoforte (1922) e Le jardiin parfumé (1923) appartengono all'inizio della sua maturità compositiva. Egli ritenne che questa fosse iniziata con la Sinfonia per organo n° 1, la prima sua opera a fare ampio uso di preludi corali, passacaglie e fughe di discendenza barocca.

La loro unione con le idee compositive precedenti portò alla nascita del suo "stile sinfonico", ampiamente presente nelle tre sinfonie per organo e nelle sette sinfonie per pianoforte.

Il primo brano a usare tale stile è la Quarta Sonata per pianoforte (1928-1929), caratterizzata da un movimento iniziale politematico, un movimento lento ornamentale ("notturno") e un finale multi-sezione, che include una fuga. Nei movimenti politematici, vi è un "tema dominante" o "motto" che predomina sul resto della composizione. 

I notturni sono considerati le opere più accessibili e apprezzate di Sorabji. In essi, l'ornamentazione e i motivi testuali sono preminenti. Sono presenti armonie libere e impressioniste da suonare a livelli dinamici elevati, anche se alcuni notturni più recenti contengono passaggi esplosivi. 

I notturni posso essere opere autonome (come Villa Tasca) o parti di brani più ampi (come Anāhata Cakra, il quarto movimento della sua Sinfonia Tāntrik per pianoforte solo).

Le sue fughe sono scritte in maniera tradizionale e sono le più atonali e le meno poliritmiche delle sue opere. Dopo l'esposizione che introduce il soggetto e da uno a quattro controsoggetti, si ha lo sviluppo del materiale tematico e l'arrivo di uno stretto, che annuncia una sezione dalle linee accordali ispessite. Tale struttura si trova nella maggior parte delle sinfonie per pianoforte e organo.

Altre forme importanti nella produzione sorabjiana sono la toccata e le variazioni, le sue opere più ambiziose e fantasiose. I due pezzi Benedizione di San Francesco d'Assisi e Symphonia Brevis per pianoforte (1973) segnano l'inizio dello "stile tardo", caratterizzato da trame più sottili e uso di armonie estese. 

Durante l'ultimo periodo e poco prima della pausa creativa, produsse una serie di "frammenti aforistici", pezzi musicali della durata di pochi secondi. 

Tra le prime influenze di Sorabji figurano Cyril Scott, Maurice Ravel, Leo Ornstein e Alexander Scriabin. In seguito, il suo lavoro fu influenzato da Ferruccio Busoni, dalla scrittura virtuosa di Charles-Valentin Alkan e Leopold Godowsky, dal contrappunto di Max Reger e dalle armonie impressioniste di Claude Debussy e Karol Szymanowski.

Allusioni a vari compositori compaiono nelle sue opere, tra cui la Sesta sinfonia per pianoforte e la Sequentia cyclica, che contengono due sezioni intitolate rispettivamente "Quasi Alkan" e "Quasi Debussy".

Altre influenze includono la cultura orientale, manifestantesi in schemi ritmici duttili e regolari, nell'atmosfera improvvisata e atemporale, nella scrittura poliritmica e nelle enormi dimensioni di alcune composizioni. 

Nella sua musica, inoltre, compaiono vari riferimenti religiosi e occulti, tra cui allusioni ai tarocchi, l'ambientazione di una benedizione cattolica e sezioni nominate dai sette peccati capitali.

Invece, l'interesse per la numerologia si manifesta nell'attribuzione di un numero alla lunghezza delle sue partiture, alla quantità di variazioni contenute in un brano o al numero di battute di un'opera. Sorabji, che si dichiarava di ascendenza ispano-sicula, compose brani che riflettono l'entusiasmo per le culture del Sud Europa, come Fantasia spagnola, Rosario d'arabeschi e Passeggiata veneziana.

Il suo contrappunto deriva da Busoni e Reger, così come il suo affidamento a forme barocche orientate al tema. Mentre scrisse pezzi standard o minuscoli, le sue opere più grandi (come le Variazioni sinfoniche per pianoforte e la Sonata per pianoforte n°5) durano, rispettivamente, sei e otto ore. 

Il linguaggio armonico combina spesso elementi tonali e non, utilizza spesso armonie tradiche e combinazioni bitonali. Nonostante l'uso di armonie aspre, la sua musica risulta raramente tesa. Ciò è ottenuto usando accordi distanziati e radicati in triadi e pedali nei registri bassi, che ammorbidiscono le dissonanze nelle voci superiori. 

La scrittura pianistica è stata elogiata per la varietà e l'inclusione di tutte le sonorità pianistiche. Alcuni brani emulano i suoni di altri strumenti, come si evince da indicazioni del tipo "quasi organo pieno" o "quasi tuba con sordino". 

Come scrittore, Sorabji contribuì a pubblicazioni musicali tra cui "The New Age" e "The Musical Times". Nei suoi scritti, infine, affrontò anche argomenti extra-musicali, quali l'aborto, il controllo delle nascite e l'omosessualità. 


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Concerto per pianoforte n° 5



"Fantasia spagnola" per pianoforte



Estratti da "Villa Tasca"



"Notturno" da "Toccata Seconda"



"Quasi Debussy" da "Sequentia cyclica super Dies Irae ex Missa pro Defunctis"




FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, The Free Encyclopedia, Kaikhosru Shapurji Sorabji [online]. Ultimo accesso: 7 agosto 2022. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Kaikhosru_Shapurji_Sorabji




















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