GIUSEPPE SAMMARTINI


Giuseppe (Gioseffo Francesco Gaspare Melchiorre Baldassare) Sammartini navquee nel 1695 a Milano da Alexis Saint-Martin, suonatore di oboe e da Gerolama Federici. Imparò a suonare l'oboe dal padre, ma nulla si sa della sua successiva formazione. 

Nel 1711 partecipò con il padre alla cerimonia per la traslazione delle spoglie di San Gaudenzio nella cattedrale di Novara e nel 1717 compariva come suonatore di oboe, insieme al fratello Giovanni Battista, tra i musicisti della chiesa milanese di San Celso.

Nel 1720 compare già nell'organico del Regio ducal teatro di Milano insieme a un suo fratello (il già citato Giovanni Battista o forse il fratello minore Antonio). Contrbuì successivamente a un paio di oratori con la composizione di diversi brani (oggi perduti): l'aria Vuoi saper, o sventurato e la sinfonia introduttiva al secondo atto de La calunnia delusa e l'aria Vanne pur, non dubitar per l'opera La necessità socorsa dal glorioso Santo di Padoa.

Nel 1728 partì, insieme all'allievo Gaetano Parenti, per Bruxelles e da lì proseguì per Londra, dove si affermò come straordinario virtuoso del suo strumento, apparendo nelle sale da concerto e nelle orchestre teatrali. Nel 1736 entrò al servizio di Federico, principe di Galles, come maestro di musica della principessa Augusta di Sassonia-Gotha-Altenburg e dei loro figli. 

Il prestigioso impiego gli permise di dare alle stampe due nuove opere: le dodici Sonate per flauto o due flauti e basso op.1 (dedicate a Federico) e le dodici Sonate per due violini e basso op. 3 (dedicate ad Augusta). 

Oltre a diverse cantate per soprano e basso o soprano e archi, per il terzo compleanno della primogenita dei principi di Galles, Augusta Federica, scrisse una nuova musica per la vecchia pastorale The judgment of Paris di William Congreve (1701). 

Sammartini era apprezzato anche come autore di musica strumentale. I musicologi John Hawkins e Charles Burney ne tessono altamente le lodi: il primo lo pone al livello di Corelli e Geminiani, mentre il secondo definisce i suoi lavori "pieni di scienza, originalità e fuoco".

In effetti, Sammartini fu abile contrappuntista, dotato di una lirica vena melodica e di notevole sensibilità armonica. La sua musica presenta grandi aperture al successivo stile galante e allo Sturm und Drang (l'idea di estreme e tempestose emozioni).

Mentre il compositore era in vita, grande popolarità godettero le sue sonate, mentre la produzione orchestrale (comprendente concerti grossi, concerti solistici per oboe e per flauto e ouvertures) fu pubblicata postuma: è il caso delle Eight ouvertures and six grand concertos opp. 7-8 e dei sei Concertos for the harpsichord or organ op. 9

Tra le altre opere si ricordano quattro concerti per tastiera, alcune sonate per violoncello e alcuni duetti per flauto. Uno dei suoi pezzi più famosi è il Concerto in Fa maggiore per flauto dolce, archi e continuo.

Le sue sonate iniziavano con un movimento lento, mentre le sue opere orchestrali erano composte da quattro o cinque movimenti con movimenti lenti di transazione. Sammartini fu uno dei primi compositori a scrivere concerti per tastiera in Inghilterra e ciò lo rese particolarmente influente per il suo tempo. 

Morì a Londra tra il 16 e il 22 novembre 1750, secondo una notizia del quotidiano Whitehall Evening Post del 24 novembre che lo ricorda come "il miglior oboista d'Europa".



BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Concerto in Fa maggiore" per flauto dolce, archi e continuo 



"Sonata prima in Do maggiore" per violino e basso continuo 



Concerto grosso in Sol minore, op. 5 n° 3




FONTI BIBLIOGRAFICHE

Fertonani, Cesare (2017), SAMMARTINI, Giuseppe in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 90 [online]. Ultimo accesso: 5 luglio 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-sammartini_%28Dizionario-Biografico%29/

Wikipedia, The Free Encyclopedia, Giuseppe Sammartini [online]. Ultimo accesso: 5 luglio 2022. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Sammartini

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