DOMENICO FERRABOSCO

Domenico Maria Ferrabosco nacque nel 1513 a Bologna da Annibale Ferrabosco e fu noto per la sua attività di compositore, cantore e maestro di cappella. Le prime notizie documentate risalgono al 1540, quando il Senato di Bologna gli incaricò di organizzare i pubblici concerti, impegno che rispettò per ben otto anni. 

L'anno seguente, sposò Giulia Novelli Dall'Arpa di Ferrara, dalla quale ebbe almeno otto figli, di cui tre (Alfonso, Innocenzo e Anfione) divennero successivamente musicisti. Nel 1542 pubblicò a Venezia la sua prima raccolta di madrigali, dedicata al duca di Urbino Guidobaldo II Della Rovere.

In quegli anni, Domenico Maria iniziò l'attività di cantore presso la basilica di San Petronio, dove sarebbe poi divenuto maestro di canto e, nel 1543, maestro della cappella musicale lateranense. 

Nel 1545 il musicista, continuando a mantenere il posto di cantore a San Petronio, accettò l'incarico di magister puerorum (direttore del coro dei bambini) presso la Cappella Giulia in Vaticano. 

Per far fronte agli impegni romani, il musicista dovette farsi sostituire da G. V. Magnani a San Petronio, poiché era stato eletto, nel frattempo, maestro di canto dei fabbriceri. 

Nel 1547 fu nominato a Bologna "regulator et scriba campionis creditorum Montis portarum" e l'anno successivo fu nominato maestro di cappella di San Petronio, rinunciando all'impiego presso la Cappella Giulia.

Nel 1550 fu nominato cappellano cantore presso la Cappella Sistina. Nel contempo, continuò a comporre musica sacra e madrigali, pubblicati in diverse raccolte tra il 1551 e il 1554. 

L'attività alla Sistina fu interrotta nel 1555, in seguito all'emanazione del motu proprio di Paolo IV, che imponeva il celibato agli artisti, secondo la costituzione del Collegio dei cappellani cantori.

Rimasto a Roma, fu per breve tempo maestro di cappella in San Damaso, continuando a pubblicare le proprie composizioni presso gli editori Gardano e Scotto a Venezia. 

Nel 1570 ottenne dal Senato Bolognese che il titolo di "regulator et scriba" passasse, dopo la sua morte, al figlio Alfonso. Si spense a Bologna nel 1574.

Il suo stile si ricollega a quello dei madrigalisti del primo periodo (Festa, Verdelot e Arcadelt). Influenzato dal madrigale veneziano, conobbe anche la scuola romana, rappresentando il punto di contatto tra la concezione severa della musica a cappella di quest'ultima e quella veneta, più vivace e supportata dall'uso di strumenti e dal maggior uso di effetti cromatici. 

Alcune sue musiche mostrano l'influenza della chanson francese, come uno strambotto da lui musicato prima del 1554 appartenente alla raccolta De diversi autori, il quarto libro de' madrigali a quattro voci a note bianche. 

Come testi per i madrigali, egli prediligeva le liriche amorose, in particolare quelle di Petrarca, Bembo, Ariosto e altri, molti dei quali poeti anonimi. 

La sua composizione più famosa, il madrigale Io mi son giovinetta, è tratto da una ballata del Decameron di Boccaccio (la canzone di Neifile alla fine della 9° giornata). Essa fu utilizzata nel 1570 da Palestrina come base per la Missa primi toni a quattro voci, forse dopo aver conosciuto Ferrabosco. 

Oltre ai madrigali, Ferrabosco scrisse anche mottetti, alcuni dei quali raccolti in antologie. Scrisse, infine, due composizioni a cinque voci: Ascendes Christus e Usquequo, Domine.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Madrigale "Io mi son giovinetta"



FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, The Free Encyclopedia, Domenico Ferrabosco [online]. Ultimo accesso: 27 luglio 2022. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Domenico_Ferrabosco

De Salvo, Salvatore (1996), FERRABOSCO in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 46 [online]. Ultimo accesso: 25 luglio 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/ferrabosco_%28Dizionario-Biografico%29/






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