GIROLAMO CRESCENTINI

Girolamo Crescentini nacque nel 1762 a Urbania (Marche). Fu il nono figlio di Margherita Coli, nobildonna di Urbania e di Domenico Crescentini, maestro di cappella. 

Considerato uno degli ultimi grandi castrati dell'epocca, ebbe come primi maestri Raffaele Grechi e Pietro Morandi. Si esibì, per la prima volta, nella chiesa di Sant'Eracleano, dove lo zio Gioacchino svolgeva la sua attività parrocchiale.

Proseguì gli studi con Francesco Paciotti, maestro di cappella della cattedrale di Urbania, che decise di farlo castrare per preservarne la voce. Studiò a Bologna con il celebre Lorenzo Gibelli ed esordì a Fano nel 1776, interpretando il ruolo di Madame Tortorella nell'Impresa d'opera di Pietro Alessandro Guglielmi.

Negli anni successivi, continuò a esibirsi nei teatri dello Stato Pontificio, fino al suo esordio da "primo uomo" a Treviso (1781), dove interpretò il personaggio di Arsace nel Medonte, re d'Epiro di Giuseppe Sarti. 

Dopo un infelice soggiorno londinese (1785), ritornò a Napoli, dove partecipò a una ripresa dell'opera di Guglielmini Enea e Lavinia. Dopo questo periodo, la sua carriera continuò a svilupparsi, raggiungendo l'apice nel 1796.

Nel 1786 apparve nell'Impermestra di Rispoli e nell'Ariarte di Tarchi, mentre dal 1787 al 1789 si esibì al San Carlo di Napoli, dove interpretò dei ruoli nel Catone in Utica e Fedra di Paisiello e nell'oratorio guglielmino Debora e Sisara. Nel 1791 è a Bologna con la Morte di Semiramide di Borghi.

Per lui, Nicola Zingarelli compose Apelle e Campaspe e scrisse la parte di Romeo in Giulietta e Romeo (1796) e Domenico Cimarosa gli assegnò il ruolo di Curiazio ne Gli Oriazi e i Curiazi (1796). Per la prima opera, egli stesso compose l'aria Ombra adorata aspetta, che sarebbe diventata famosa come La preghiera di Romeo. 

Dopo essere stato quattro anni a Lisbona, come direttore del "Teatro São Carlos", rientrò in Italia e, dopo un'esecuzione grandiosa a Vienna della Preghiera di Romeo, Napoleone lo insignì dell'Ordine della Corona di Ferro della Lombardia e lo nominò maestro di canto della famiglia imperiale.

Dal 1814 si dedicò all'insegnamento presso il "Liceo Musicale" di Bologna, poi anche a Roma e al "Collegio di musica" di Napoli. Nel 1811 aveva già pubblicato l'opera didattica Esercizi per la vocalizzazione. Morì a Napoli nel 1846.

Crescentini guidò l'ultima carica dei castrati: egli venne chiamato, per i prodigi del suo canto, l'"Orfeo italiano" e, per la sua conoscenza teorica di tale arte, il "Nestore dei musici". Sopranista non molto esteso, rifuggì sempre dalla corsa ai sovracuti e dalla smania per l'ornamentazione del canto quando non fosse davvero necessaria.

Le sue straordinarie capacità vocali e il suo gusto musicale furono testimoniati non solo dai successi teatrali e dalle critiche, ma anche dalle numerose raccolte di esercizi per la vocalizzazione, che dimostrano la sua conoscenza approfondita del canto e dei problemi correlati. 

Delle sue numerose opere didattiche si ricordano, oltre ai già citati Esercizi, la Raccolta completa degli esercizi di musica e i Solfeggi progressivi per soprano. 

Qualcosa della sua concezione del canto, già espressa negli Esercizi, passò probabilmente anche nello stile vocale delle opere belliniane.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

6 ariette italiane


Aria "Amor timido"


Aria di Romeo "Ombra adorata aspetta"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, L'Enciclopedia Libera, Girolamo Crescentini [online]. Ultimo accesso: 10 settembre 2022. Disponibile presso: https://it.wikipedia.org/wiki/Girolamo_Crescentini

Borgato, Maria (1984), CRESCENTINI, Girolamo in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 [online]. Ultimo accesso: 10 settembre 2022. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/girolamo-crescentini_%28Dizionario-Biografico%29/





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