FRANCIS POULENC
Francis Jean Marie Poulenc nacque nel 1899 a Parigi, figlio dell'industriale Émile Poulenc e di sua moglie Jenny Royer.
Iniziò a studiare pianoforte fin dall'età di cinque anni e, in seguito, frequentò il Lycée Condorcet di Parigi. Nel 1916, invece, divenne allievo del pianista Ricardo Viñes.
L'anno successivo, Poulenc esordì come compositore con la Rapsodie nègre, dedicata all'amico Erik Satie e, nel periodo 1918-1921, si arruolò nell'esercito francese.
In questo periodo, si dedicò molto alla composizione, scrivendo i Trois mouvements perpétuels, la Sonata per duo pianistico e il ciclo di canzoni Le Bestiaire, su poesie di Apollinaire.
Nei primi anni '20, il compositore si preoccupò per la sua carenza di formazione musicale accademica e decise di prendere lezioni con Charles Koechlin, studiando con lui a intermittenza dal 1921 al 1925.
Nel corso del decennio, Poulenc scrisse diverse composizioni, fra le quali il balletto Les Biches (1924) e il Concert champêtre (1929).
Agli inizi degli anni '30, il compositore riprese a scrivere canzoni, dopo una pausa di due anni. Uno dei pezzi di questo periodo fu Epitaphe, su una poesia di Malherbe.
A partire dal 1936, Poulenc subì un risveglio della sua fede religiosa, la quale instillò una nuova profondità di serietà nella sua musica. Tra le opere del periodo che evidenziano questa caratteristica si ricordano diverse ambientazioni di poesie surrealiste e umaniste di Éluard e la Messa in Sol maggiore (1937) per soprano e coro misto a cappella.
Negli ultimi anni del 1930, le composizioni di Poulenc variarono tra opere serie e leggere. Esempi sono i Quatre motets pour un temps de pénitence (1938-1939), la canzone Bleuet (1939) e i ciclo di canzoni Fiançailles pour rire ("Promessi sposi leggeri").
Durante la Seconda guerra mondiale, il compositore si arruolò nuovamente, lavorando nel frattempo a nuove e varie opere. Nel dopoguerra, invece, si concentrò maggiormente sulle opere serie e cercò di convincere il pubblico francese ad ascoltarle.
Nel 1948 si recò in tournée negli Stati Uniti e, negli anni successivi, lavorò alla sua grande opera Les Carmélites (1957) e a diversi lavori minori.
Morì nel 1963 nella sua città natale.
La sua musica è essenzialmente diatonica e non presenta innovazioni nel linguaggio armonico.
Le principali composizioni orchestrali di Poulenc comprendono due balletti, una Sinfonietta e quattro concerti per tastiera. Si ricordano anche numerosi pezzi per pianoforte, molti dei quali sono miniature.
Per quanto riguarda la sua produzione cameristica iniziale, si ricordano quattro sonate (1918-1922), la Rapsodie nègre (1917) e il Trio per oboe, fagotto e pianoforte (1926). Esse sono caratterizzate da echi di divertimenti tardo-barocchi, misti ad armonie non convenzionali e a influenze jazz.
Invece, le sue opere intermedie appartengono agli anni '30-'40 e annoverano alcune sonate, il Sestetto per pianoforte e fiati (1932), il "Concerto choréographique" L'Aubade (1930) per pianoforte e 18 strumenti, la Suite française (1935) e i Trois mouvements perpétuels (1946).
Le ultime tre sonate sono per flauto (1956-1957), clarinetto (1962) e oboe (1962). Si ricorda, infine, l'Élégie (1957) per corno e pianoforte, composta in memoria del cornista Dennis Brain, caratterizzata da escursioni dodecafoniche.
Nell'ambito della canzone, Poulenc scrisse numerosi lavori di carattere molto vario, prediligendo i versi di Guillaume Apollinaire, Jean Cocteau, Max Jacob e Louise de Vilmorin.
A parte la Chanson à boire (1922) per coro non accompagnato, nell'ambito dei lavori corali si ricordano le Sept chansons, le Petites voix e l'opera religiosa Litanies à la Vierge Noire per voci femminili o bianche e organo. Sono altresì importanti la Messa in Sol maggiore (1937), la cantata profana Figure humaine e i Quatre motets pour le temps de Noël (1952).
Le opere maggiori per coro e orchestra sono, invece, lo Stabat Mater (1950), il Gloria (1959-1960) e i Sept répons des ténèbres (1961-1962).
Le opere teatrali, infine, comprendono Les Mamelles de Tirésias (1947), Dialogues des Carmélites (1957) e La voix humaine (1959).
BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO
"Stabat Mater" per soprano solo, coro misto e orchestra
Balletto "Les Animaux Modèles" (Gli animali modellati) per orchestra
"Concert champêtre" per clavicembalo (o pianoforte) e orchestra
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Wikipedia, The Free Encyclopedia, Francis Poulenc [online]. Ultimo accesso: 29 gennaio 2025. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Francis_Poulenc
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