SEBASTIÁN DURÓN

Sebastián Durón Picazo nacque nel 1660 a Brihuega (Spagna), figlio di Sebastián Durón e di sua moglie Margarita Picazo. Poco si conosce della sua prima vita ed è sconosciuto con quale maestro abbia acquisito le prime conoscenze musicali.

La prima testimonianza certa della sua attività musicale si trova a Saragozza nel 1679, quando fu assistente dell'organista Andrés de Sola presso il Santo Templo del Salvador.

L'anno successivo, Durón si trasferì a Siviglia per lavorare come secondo organista presso la cattedrale locale. Qui perfezionò anche la sua conoscenza della composizione con il maestro Alonso Xuárez.

Nel 1685 si trasferì a El Burgo del Osma, dove assunse l'incarico di primo organista della cattedrale. Poche notizie rimangono di questo suo soggiorno, anche se sembra che non si trovò a suo agio, perché la sua retribuzione era inferiore rispetto a quella percepita a Siviglia.

Il suo incarico successivo fu quello di organista della cattedrale di Palencia dal 1686 e, cinque anni più tardi, fu nominato organista della Cappella Reale. 

Non si sa quando fu nominato rettore del Colegio de Niños Cantorcicos e maestro della Real Capilla ma, già nel 1701, ricopriva entrambe le cariche, come si può dedurre da un documento dello stesso anno.

In questo periodo, il compositore si occupò delle funzioni religiose e della direzione degli spettacoli teatrali realizzati per la corte di Madrid. 

La vita di corte gli fece conoscere la musica europea del tempo, soprattutto quella italiana, la quale lo influenzò notevolmente, come dimostra la sua attiva partecipazione a una controversia sorta tra i sostenitori del contrappunto rigoroso e quelli che desideravano una maggiore libertà nella conduzione delle voci, schierandosi con questi ultimi.

La sua posizione filo-asburgica, una volta scoppiata la guerra di successione spagnola, lo portò all'esilio nel 1706, anno nel quale i sostenitori dell'arciduca Carlo entrarono a Madrid e lo proclamarono re, occasione alla quale partecipò la Cappella Reale, diretta dal compositore.

Morì nel 1716 a Cambo les Bains (Francia).

Fu considerato una delle figure maggiori del barocco musicale spagnolo, soprattutto per il suo contributo alla musica di scena. Le sue opere godettero di ampia diffusione e popolarità, come testimoniano le numerose copie rinvenute negli archivi musicali spagnoli e latino-americani.

Egli coprì un'ampia gamma di generi e praticò gli stili del suo tempo. Della sua vasta produzione, spiccano le opere latine, tutte con basso continuo, con una predominanza di opere a 8 voci in due cori, tipiche della musica spagnola dell'epoca.

La strumentazione è limitata al basso continuo e ai violini con l'aggiunta, in alcune opere, di clarinetto, oboe e flauti.

In campo teatrale, si ricorda la sua zarzuela Salir el amor del mundo (1696), su libretto di José de Cañizares, la quale propone per la prima volta nella musica spagnola il termine "area" per indicare l'aria italiana.

Seguirono la commedia in tre atti Muerte en amor es la ausencia (1697), la zarzuela Selva encantada de amor e l'opera tratta dalla Guerra de los Gigantes, quest'ultima composta per il conte di Salvatierra e classificata come prima opera della storia musicale spagnola con il titolo di "opera". Essa mostra sia influenze italiane (uso di recitativi e arie) che francesi (uso di minuetti).

Si ricordano, infine, la zarzuela Apolo y Dafne, la commedia El imposible mayor en amor, la vence amor e le zarzuele Las nuevas armas de amor e Veneno es de amor la envidia (1711).


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Cantata "Ay galán de mi vida" (Oh, l'uomo galante della mia vita)


"Lacrimosa", dalla "Misa de difuntos a tres coros con violines y flautas" (Messa dei defunti a tre cori con violini e flauti)


Jácara "Vaya pues rompiendo el aire" (Quindi vai avanti, rompendo l'aria) per soprano, clavicembalo e chitarra barocca


NOTE

Jácara: canzone spagnola accompagnata da strumenti ed eseguita durante gli intermezzi di uno spettacolo teatrale e anche come accompagnamento a molti tipi di danza. Si ritiene che, probabilmente, il termine derivi dalla parola araba jaque "scacchi", voce che passò a significare nel XVII secolo "furfante" (colui che "tiene in scacco" la giustizia, la società, ecc.). La jácara poteva essere senza testo, come nelle composizioni di Santiago de Murcia o basarsi su un testo semi-sacro in vernacolo, come nelle composizioni di Juan de Araujo. Spesso, i testi profani narrano le avventure di un burlone, utilizzando un linguaggio volgare, come nei lavori dei drammaturghi Calderón de la Barca e Francisco de Quevedo. (Fonti: Sapere.itWikipedia)


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Verdú, Paulino Capdepón (2018), Sebastián Durón Picazo in Diccionario Biográfico electrónico [online]. Ultimo accesso: 4 ottobre 2024. Disponibile presso: https://dbe.rah.es/biografias/6298/sebastian-duron-picazo

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