ARRIGO BOITO

Arrigo Boito (nato Enrico Giuseppe Giovanni) nacque nel 1842 a Padova, figlio di Silvestro Boito e di sua moglie Giuseppina Radolinska. 

Si conosce poco sulla sua infanzia e si sa solo che, dopo un periodo a Venezia insieme alla madre, dove apprese i primi rudimenti musicali con Antonio Buzzolla, il giovane studiò pianoforte, violino e armonia al Conservatorio di Milano (1853-1861). Studiò anche composizione, storia ed estetica della musica con Alberto Mazzuccato.

Nel 1858, per il saggio finale del conservatorio, Boito scrisse la "cantata patria" Quattro giugno e, tre anni più tardi, si diplomò in composizione, presentando il "mistero" per soli, coro e orchestra Le sorelle d'Italia.

Grazie a un sussidio governativo "per perfezionarsi nell'arte musicale", il compositore si recò a Parigi e, dopo diversi viaggi per l'Europa, si stabilì a Milano nel 1862.

Nella città lombarda, Boito ebbe un ruolo rilevante nel movimento della Scapigliatura. Insieme all'amico Emilio Praga, scrisse la commedia in prosa Le madri galanti (1863), la quale riscosse scarso successo, come anche l'opera Mefistofele (1868).

L'incontentabile attività artistica, volta a perfezionare e rielaborare il sempre incompiuto spartito del Nerone, si svolse in una solitudine sempre maggiore, specie dopo la morte del fratello Camillo che viveva con lui, avvenuta nel 1914.

Malato da mesi, Boito dovette lasciare la sua abitazione per trasferirsi in una clinica milanese, dove morì per angina pectoris nel 1918.

Delle sue qualità poetiche, resta traccia nell'attività di librettista, che operò in questo genere di poesia teatrale una riforma simile a quella di Apostolo Zeno e Ranieri de' Calzabigi, restaurando pienamente la dignità del testo letterario nei confronti della musica.

Si ricordano i libretti scritti per la Gioconda di Ponchielli e quelli scritti per Verdi, come l'Otello e il Falstaff. Per sé, oltre al libretto del Mefistofele e di Nerone, scrisse Ero e Leandro e la commedia lirica in dialetto veneziano Basi e bote, con le maschere della commedia dell'arte.

Le due opere teatrali sopra citate, insieme ad altre composizioni come le già citate cantate, la barcarola per coro a quattro voci miste per orchestra o per pianoforte La luna diffonde (1875), l'Inno-marcia per l'Associazione Ginnastica Triestina (1877), l'Ode all'Arte (1880) e la lirica Do mi sol... la do mi... per voce e pianoforte (1924) costituiscono la sua produzione musicale complessiva.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Prologo: Introduzione e Coro", dall'opera "Mefistofele"


"Sinfonia in La maggiore" per orchestra


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Giachery, Emerico (1969), BOITO, Arrigo in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 [online]. Ultimo accesso: 5 ottobre 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/arrigo-boito_%28Dizionario-Biografico%29/

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