NICCOLÒ JOMMELLI

Niccolò Jommelli nacque nel 1714 ad Aversa (Campania), figlio del commerciante di stoffe Francesco Antonio Jommelli e di sua moglie Margherita Cristiano.

Ricevette la prima formazione musicale come fanciullo cantore nella cattedrale cittadina e, all'età di 11 anni, si recò a Napoli, dove studiò al Conservatorio "Sant'Onofrio" con Ignazio Prota e Francesco Feo e poi al Conservatorio "Santa Maria della Pietà dei Turchini", dove ebbe come insegnanti Nicola Fago, Alberto Basso e Giovanni Sarconi.

Divenne presto un protetto del marchese del Vasto, che ne promosse l'esordio teatrale. Nel 1737, infatti, al Teatro Nuovo fu messa in scena la sua prima opera comica, L'errore amoroso, seguita dall'opera comica Odoardo. 

Nel 1740 esordì a Roma con Ricimero re dei Goti e, l'anno successivo, fu il turno di Ezio, rappresentata a Bologna. Qui Jommelli studiò con padre Martini ed entrò a far parte dell'Accademia Filarmonica.

Nel 1741 scrisse Merope, la prima opera per il teatro veneziano e, durante tutti gli anni '40, produsse opere per diverse città italiane e oratori di grande successo, come Betulia liberata e Isacco figura del redentore.

L'esordio veneziano gli permise di diventare maestro di cappella all'ospedale degli Incurabili, incarico mantenuto fino al 1746-1747, anno del suo trasferimento a Roma. Al 1748, invece, risale l'opera comica L'amore in maschera, rappresentata a Napoli.

Nella prima produzione, si denotano già le caratteristiche emblematiche dello stile jommelliano, come l'uso del "crescendo" strumentale, la regolarità di costruzione del periodo e la presenza del recitativo accompagnato.

Agli anni '40, risalgono numerose composizioni sacre scritte per l'ospedale degli Incurabili, tra le quali messe, salmi e mottetti. Questi ultimi erano destinati all'uso paraliturgico o per lo studio delle ragazze ed erano, di solito, per voce sola, archi e basso continuo. Si ricordano, infine, gli oratori Joas e Juda proditor. 

Dopo un breve periodo alla corte viennese, nel 1750 Jommelli prese servizio nella basilica di San Pietro, per la quale scrisse diversa musica sacra. I numerosi incarici ecclesiastici non distolsero il compositore dal teatro, per il quale la composizione di opere, pur a ritmo ridotto, continuò.

Nel 1754, Jommelli fu nominato Oberkapellmeister (direttore principale) della corte di Stoccarda. Qui il compositore creò nuove versioni di suoi vecchi drammi, tra i quali Ezio (1758), Alessandro nell'Indie (1760), Didone abbandonata (1763) e Demofoonte (1764).

Nel 1766 il compositore divenne amico e collaboratore del nuovo poeta di corte, Martinelli, il quale scrisse per Jommelli i testi delle due opere comiche La critica e Il matrimonio per concorso. 

Negli anni successivi, invece, il compositore sperimentò il "dramma serio-comico", componendo Il cacciatore deluso, ovvero La Semiramide in Bernesco (1767) e La schiava liberata (1768).

Dopo un breve trascorso in Portogallo, il compositore ritornò in Italia e, nel 1770, compose per Napoli l'Armida abbandonata, alla quale seguì la quarta versione del Demofoonte. L'anno successivo, Jommelli scrisse per i teatri romani la seconda versione dell'Achille in Sciro e l'opera comica L'amante cacciatore. 

Rilevante nelle ultime opere del compositore è la tendenza ad abbandonare l'aria nella forma "dal segno" a favore di strutture "durchkomponiert" (forme aperte) e il nuovo uso di cavatine (arie brevi inserite all'inizio o nel corso di una scena), le quali contribuiscono a creare aree intensamente liriche senza interrompere il flusso scenico, a differenza delle grandi arie.

Nel 1771, Jommelli rimase molto debilitato da un colpo apoplettico e ciò gli impedì di scrivere per alcuni mesi. Con l'aiuto del fratello Ignazio e di G. Sigismondo, scrisse la serenata Cerere placata (1772) e alcune opere per la corte portoghese.

Al 1774, infine, risalgono gli ultimi lavori, tra i quali l'opera seria Il trionfo di Clelia e il Miserere sulla versione italiana del salmo Pietà Signore.

Morì in quest'anno a Napoli, a causa di una seconda apoplessia.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Concerto per pianoforte in Re maggiore


Mottetto in La maggiore "Beatus Vir"


Aria di Tancredi "Fra l'orror di notte scura", dal dramma per musica "L'Armida Abbandonata"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Romagnoli, Angela (2004), JOMMELLI, Niccolò in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 [online]. Ultimo accesso: 10 aprile 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-jommelli_%28Dizionario-Biografico%29/

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