BARBARA STROZZI


Barbara Strozzi nacque nel 1619 a Venezia, figlia di Isabella Garzoni. Adottata dallo scrittore Giulio Strozzi, si pensa che possa essere stata sua figlia naturale.

Fin da adolescente, il padre la lanciò nel mondo culturale veneziano e, dal 1634, iniziò a cantare presso la casa di questi. Nel 1637, Giulio aprì l'Accademia degli Unisoni, presso la quale Barbara si esibì, anche accompagnata da altri musicisti.

Nel 1644, la cantante pubblicò la sua prima opera, Il primo libro de' madrigali [...] a due, tre, quattro e cinque voci, dedicato alla granduchessa di Toscana Vittoria della Rovere.

La sua seconda opera, intitolata Cantate, ariette e duetti, vide la luce nel 1651, in occasione delle terze nozze dell'imperatore con Eleonora II Gonzaga.

La terza raccolta, Cantate ariete a una, due, tre voci (1654) non presenta alcuna dedica esplicita, ma soltanto l'intestazione "Ignotae deae". L'opera IV non ci è giunta, ma si pensa che fu completata nel 1655 e dedicata al duca di Mantova Carlo II.

Si ha però notizia dell'opera VI, le cui Ariette a voce sola sono dedicate al principe Francesco Carafa. L'ultima opera conosciuta della compositrice, l'opera VII, fu dedicata alla principessa palatina Sofia, duchessa di Brauschweig-Lüneburg.

Tra le varie opere, la più personale è l'opera V, libro unico di Sacri musicali affetti (1655), una raccolta di composizioni a una voce, dedicata all'arciduchessa d'Austria Anna de' Medici.

L'ultima opera risale al 1664 e, a eccezione di alcuni brani composti per il duca di Mantova, poco si sa delle sue ultime attività musicali. 

Si ignora se Barbara si sia dedicata all'insegnamento, insegnando il canto ad alcune monache o se abbia composto musiche per le professioni delle novizie, magari al monastero del S. Sepolcro.

Morì nel 1677 a Padova.

Le pubblicazioni sopravvissute e diverse copie manoscritte permisero a Barbara e alla sua musica di essere conosciuti in Inghilterra. Secondo Johann Christoph Pepusch, la compositrice "inventò la miscela di recitativi e arie" tipica delle cantate, anche se questo genere esisteva già a Venezia all'epoca.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Cantata "Che si può fare, op. 8" per clavicembalo, viola da gamba, arpa e liuto


Madrigale "Lagrime Mie" per soprano e tiorba


Arietta "Miei pensieri" per soprano e basso continuo, dalla raccolta "Ariette a voce sola, op. 6"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Glixon, Beth L. (2019), STROZZI, Barbara in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 [online]. Ultimo accesso: 27 gennaio 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/barbara-strozzi_%28Dizionario-Biografico%29/

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