WILHELM STENHAMMAR

Karl Wilhelm Eugène Stenhammar nacque nel 1871 a Stoccolma (Svezia). Già da adolescente, iniziò a comporre canzoni e sonate per pianoforte e un'opera lasciata incompiuta. Inoltre, fornì al quartetto di famiglia, il "Quartetto Stenhammar", una serie di quartetti vocali.

Dopo aver lasciato la scuola nel 1888, si dedicò totalmente alla composizione e al pianoforte. Tra il 1887 e il 1892 studiò con Richard Andersson (pianoforte), Andreas Hallén ed Emil Sjögren (composizione) e Joseph Dente (contrappunto).

Nel 1890 si diplomò come organista al "Musikkonservatoriet" di Stoccolma, dopo aver studiato con Wilhelm Heintze e August Lagergren.

Tra il 1892 e il 1893, invece, perfezionò i suoi studi pianistici alla "Königliche Hochschule für Musik" di Berlino con Heinrich Barth. Al suo ritorno a Stoccolma, aveva già iniziato il suo Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 in Si minore.

Nel 1896 iniziò a pubblicare le sue composizioni sotto l'editore Hennings e a collaborare con il "Quartetto Aulin" e con il suo primo violino, Tor Aulin.

L'opera vichinga Tirfing (1898), scritta per l'inaugurazione del nuovo teatro dell'opera di Stoccolma, segnò una svolta nella vita di Stenhammar ma, nonostante il successo ottenuto, il compositore restà molto deluso. 

Le sue lettere raccontano come si rifiutò di stampare opere che non riteneva soddisfacenti, nonostante le richieste del suo editore di onorare i suoi obblighi contrattuali. La vicenda portò alla rottura dell'accordo tra i due e, da quel momento in avanti, la composizione non fu più la sua fonte di reddito.

Decise, quindi, di scegliere le esibizioni concertistiche e la direzione orchestrale come fonti di reddito. Per la stagione 1900-1901, invece, divenne direttore principale della "Kungliga Teatern" e divenne anche membro della "Kungliga Musikaliska akademien".

Nel 1905, in occasione della dissoluzione dell'unione tra Norvegia e Svezia, scrisse la cantata Ett folk ("Un popolo"). Nello stesso anno, progettò un viaggio di studio in Italia.

L'anno dopo si recò a Firenze ma, a causa di alcune complicazioni, Stenhammar iniziò a lavorare per la "Göteborgs orkesterförening", facendola diventare una delle migliori della regione nordica. In questo periodo, scrisse il Quartetto d'archi n° 4 e il Concerto per pianoforte e orchestra n° 2.

Dal 1909 al 1918, invece, si immerse nello studio del contrappunto, concentrandosi sulla scrittura di controvoci indipendenti e intervallarmente corrette per cantus firmus sacri non misurati.

I suoi studi di contrappunto gli fornirono una base per lavorare a distanza dagli stili classici e romantici viennesi. I primi esempi di opere contrappuntistiche furono la Sinfonia in Sol minore op. 34 e il Quartetto per archi n° 6 in Re minore op. 35. 

Dal 1916, Stenhammar iniziò a collaborare con Per Lindberg, direttore del "Lorensbergteatern" di Göteborg. Insieme, scrissero le musiche di scena per Ett Drömspel op. 36 di August Strindberg, Lodolezzi sjunger op. 39 di Hjalmar Bergman e Chitra op. 43 di Rabindranath Tagore.

Nel 1922, Stenhammar si recò in tournée come solista e in duetto con il violinista Henri Marteau e, due anni dopo, divenne direttore al "Kunglinga Teatern" di Stoccolma.

Tuttavia, l'incarico durò poco, poiché nel 1925 il compositore ebbe un'emorragia cerebrale e, dopo un altro ictus, morì due anni più tardi.

La produzione musicale di Stenhammar annovera vari quartetti per archi e una sonata per violino. A partire dal Quartetto per archi n° 2 in Do minore op. 14, il compositore iniziò a impiegare una struttura più sperimentale e linee tardo-romantiche altamente tensive.

La Sonata per violino e pianoforte op. 19, invece, combina il virtuosismo e l'ampiezza dimensionale con un sottile lavoro motivico e un equilibrio di potenza tra i due strumenti.

Nella struttura tematica del primo movimento del Quartetto in Fa maggiore op. 18 (1900), Stenhammar si dimostra fedele alle convenzioni del genere (alludendo a Beethoven) ma, nel finale, si ritrova una fuga in stile tardo-beethoveniano spezzata da una ripetizione sempre più insistente del motivo principale. La stessa tendenza si riscontra nel quarto Quartetto in La minore op. 25 (1904-1909).

Nel Quartetto per archi n° 5 in Do maggiore "Serenata", influenzato da Haydn e Mozart vi è, nel movimento lento, una parafrasi musicale della canzone popolare Och riddaren Finn Komfusenfej. Invece, il Quartetto per archi n° 6 in Re minore op. 35 (1916) presenta un grado di astrazione più elevato e uno schema armonico audace e non convenzionale.

L'opera migliore del compositore, il Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 in Si minore op. 1, evidenzia la familiarità di Stenhammar con la musica pianistica di Brahms e la sua ferma padronanza della forma e del timbro orchestrale. Addirittura, nel Concerto per pianoforte e orchestra n° 2 op. 23 (1907) viene portato al culmine il conflitto solista-orchestra, contrapponendo due tonalità nettamente differenti (Re minore e Do diesis minore).

Tra il 1902 e il 1903 compose un'ampia Sinfonia in Fa maggiore, con insistenti sviluppi motivici, magnifiche impennate e ricche forme orchestrali che vanno dal Classicismo viennese al tardo-romantico, accenando Bruckner e Wagner. Il lavoro si conclude unificando tutti i temi dei movimenti precedenti.

Solo dieci anni dopo, Stenhammar compose la sua seconda sinfonia, dedicata "ai miei cari amici, i membri dell'orchestra di Göteborg" ed eseguita durante il giubileo decennale dell'orchestra nel 1915. Sebbene la stessa presenti temi "dorici", il compositore associa modalità e tonalità, evidenziando l'uso di tecniche polifoniche nel finale.

Nella Serenata per orchestra in Fa maggiore op. 31 (1913), lo spettro timbrico della strumentazione si arricchisce di voci secondarie indipendenti e di movimenti rapidi con incroci di voci. Il motivo e i temi sono sempre diatonici e sostenuti da una complessa struttura armonica.

Le due uniche opere del compositore, Gildet på Solhaug (1896) e Tirfing (1898), risalgono agli anni '90. La prima è basata su un'opera teatrale di Henrik Ibsen, mentre la seconda rappresenta il grande dramma nazionale alla Wagner.

La produzione per orchestra e coro, invece, comprende Snöfrid op. 5 (1891), la cantata inaugurale (1897) per l'Esposizione Generale d'Arte e Industria di Stoccolma, la cantata Ett folk (1905), la rapsodia orchestrale Midvinter op. 24 (1907) e la cantata sinfonica Sången op. 44, scritta per il 150° anniversario della "Musikaliska akademien" nel 1921.

Si ricorda, infine, il ciclo di canzoni Visor och stämningar op. 26 (1890-1909), il quale mostra un'impressionante ampiezza stilistica che va dalla semplice canzone in tre parti (Vandraren) alla scena drammatica e composta (Jungfru Blond och Jungfru Brunett e Prins Aladin av Lampan), con ogni pezzo legato alla forma e al soggetto della poesia. Il linguaggio armonico è fortemente cromatico e, talvolta, spinge all'estremo i confini della tonalità.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Sinfonia n° 1 in Fa maggiore


Sonata per violino, op. 19


"Ultime notti d'estate, op. 33" per pianoforte


Quartetto d'archi n° 6 in Re minore, op. 35


"Interludio", dalla cantata "Sången" (La canzone)


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Rotter-Broman, Signe (2014), Wilhelm Stenhammar (1871-1927) in Swedish Musical Heritage [online]. Ultimo accesso: 2 dicembre 2023. Disponibile presso: https://www.swedishmusicalheritage.com/composers/stenhammar-wilhelm/

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