GIOVANNI LEGRENZI

Giovanni Legrenzi nacque nel 1626 a Clusone, vicino Bergamo, figlio del violinista Giovanni Maria Legrenzi e di sua moglieAngela Rizzi. 

Ricevuta una prima formazione musicale dal padre, il giovane studiò all'Accademia Mariana di Bergamo (1639-1643), dove ebbe come insegnanti gli organisti B. Fontana e F. Rogantino e il maestro di cappella Crivelli.

Nel 1645 divenne organista di "Santa Maria Maggiore" a Bergamo e, sei anni più tardi, fu ordinato sacerdote ed eletto cappellano semplice, senza obblighi di gestire il coro.

Nel 1654 fu licenziato, forse perché sorpreso a giocare d'azzardo in locali malfamati, ma fu reintegrato l'anno successivo, a causa di un difetto di procedura.

A Bergamo, fece stampare le raccolte mottettistiche Concerti per uso di chiesa op. I (1654), dedicata al vescovo di Parma C. Nembrini e l'Harmonia di affetti devoti op. III (1655), dedicata al cardinale Alessandro Farnese. 

Seguirono le raccolte strumentali Sonata a due e tre op. II (1655), dedicata al podestà di Bergamo G. C. Savorgnan e la raccolta Sonate da chiesa, da camera, correnti, balletti, alemane e sarabande a tre, due violini e violone op. IV (1656), dedicata a Giorgio Guglielmo e a Ernesto Augusto di Brunswick.

Verso la fine del 1656, fu nominato maestro di cappella dell'"Accademia dello Spirito Santo" a Ferrara. Grazie a una confraternita laica, riuscì a stringere rapporti con i Bentivoglio e altre famiglie nobili cittadine.

Successivamente, il compositore dedicò alcune sue opere a vari nobili, come i Salmi a cinque, tre voci e due violini op. V (1657, dedicata al cardinale e vescovo di Ferrara Carlo Pio di Savoia) e le Compiete con lettanie e antifone della beata Vergine op. VII (1662, dedicata al marchese Ippolito Bentivoglio). 

Si ricordano anche le Sonate a due, tre, cinque e sei op. VIII (1663, dedicate a Giorgio Guglielmo e a Ernesto Augusto di Brunswick).

A Ferrara, nel 1662 esordì con il dramma per musica Nino il giusto, al quale seguirono i due drammi Achille in Sciro (1663) e Zenobia e Radamisto (1665).

Nel 1669, Legrenzi si candidò per il posto di maestro di cappella al duomo di Milano e, due anni dopo, per il medesimo incarico in San Petronio a Bologna ma, in entrambi i casi, non ottenne successo.

Negli anni '70 pubblicò una sua composizione all'interno della raccolta Canzonette per camera a voce sola di diversi autori date in luce da Marino Silvani (1670), dedicate all'organista Giovanni Paolo Colonna, seguita dalla ristampa delle Sonate op. VIII (1671), dedicata a Lorenzo Perti e, infine, dalla raccolta Cantate e canzonette a voce sola op. XII (1676), dedicata al marchese Giovanni Giuseppe Orsi e a sua moglie Anna Maria Castracani.

Verso il 1670, Legrenzi si stabilì a Venezia, dove fu nominato maestro di musica all'"Ospedale dei Derelitti (o dei Poveri)", noto anche come "Ospedaletto". 

A partire dal 1671, inoltre, fu eletto maestro di coro della locale congregazione dei filippini, per la quale fece rappresentare gli oratori Sedecia (1671), Sisara e Il giudizio (1672), La vendita del cuore umano, S. Giovanni Battista e La morte del cuor penitente (1673), Heli (1674) e Gli sponsali di Ester (1675).

Nel 1683, il compositore divenne vicemaestro della cappella di San Marco e, due anni dopo, fu nominato maestro, incarico mantenuto fino alla morte.

Morì nel 1690 a Venezia.

Compositore versatile e prolifico, Legrenzi mostrò le sue capacità in tutti i generi musicali. La sua abbondante produzione sacra si rifà al '600, con mottetti e salmi concertati per diverse voci, per voci e ripieni, con e senza strumenti.

Scrisse anche messe e salmi policorali nello stile veneziano (come il Dies Irae a otto voci in due cori con quattro viole) e composizioni in stile antico a cappella senza organo (come la Missa Lauretana a cinque voci del 1689).

Abbondante e significativa anche la produzione strumentale, in gran parte pubblicata a stampa in sei raccolte, delle quali due postume, curate dal nipote G. Varischino.

Benché nella raccolta Sonata da chiesa, da camera op. IV (1656) non fu il primo a distinguere i generi ecclesiastici e cameristici, fu però il primo a distinguere stilisticamente tra i due generi di sonata.

Le sonate ecclesiastiche presentano da 3 a 6 sezioni, alternano un tempo veloce e uno lento e contengono almeno una sezione fugata in tempo veloce in apertura o nel secondo tempo. Le sonate cameristiche, invece, si presentano in un unico breve movimento e sono da intendersi, forse, come "preludi" alle danze della raccolta.

Stilisticamente diversa è l'ultima raccolta strumentale, La cetra... libro quarto di sonate a due, tre e quattro stromenti op. X (1673), dedicata all'imperatore Leopoldo I. Queste sonate mostrano maggiore libertà nella successione delle diverse sezioni, più numerose rispetto alle precedenti sonate, ma anche più fantasiose e imprevedibili nei loro rapidi contrasti dinamici.

Di buon livello anche la produzione vocale cameristica, conosciuta tramite le raccolte Cantate e canzonette a voce sola op. XII (1676), Idee armoniche estese per due e tre voci (1678, dedicata a Carlo II re di Gran Bretagna) ed Echi di riverenza di cantate e canzoni... libro secondo op. XIV (1678, dedicata all'arciduchessa Marianna d'Austria e al consorte Giovanni Guglielmo).

In campo teatrale, infine, Legrenzi eccelse nell'opera eroicomica, caratterizzata dall'alternarsi di scene serie e scene comiche, da trame complicate tratte dalla storia antica o dalla mitologia e, infine, da molti personaggi e macchine spettacolari. Un esempio in merito è il Totila. 


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Sonata prima a quattro violini n° 13", dalla raccolta "La Cetra [...], op. 10"


"Sonata "La Foscari" à 2", dalla raccolta "Sonate, op. 8"


"Kyrie, Gloria e Credo" dalla "Messa a quattro cori e basso continuo"


"Balletto secondo a cinque", dalla raccolta "Sonata e Balleti, op. 16"


Mottetto "O vos insipentes mortales, op. 6 n° 1" per due voci e basso continuo


Aria "Lumi, potete piangere", dal dramma per musica "La divisione del mondo"


Cantata per basso e basso continuo "Pene, non mi lasciate"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Morelli, Arnaldo (2005), LEGRENZI, Giovanni in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 64 [online]. Ultimo accesso: 3 novembre 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-legrenzi_%28Dizionario-Biografico%29/

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