ALONSO MUDARRA

Alonso Mudarra nacque nel 1510 circa, forse a Palencia (Spagna). Nella dedica dei suoi Tres libros de música en cifras para vihuela (1546), il compositore afferma di essere cresciuto nel palazzo dei duchi di Infantado Diego Hurtado de Mendoza e Íñigo López de Mendoza a Guadalajara.

Dopo aver lasciato il palazzo, Mudarra fu ordinato sacerdote, probabilmente a Palencia. Nel 1546, invece, ottenne il canonicato della Cattedrale di Siviglia e, in seguito, ricoprì diversi incarichi di grande responsabilità.

Morì nel 1580 a Siviglia (Spagna).

Mudarra è uno dei maggiori e innovativi compositori rinascimentali che si sono dedicati alla vihuela. Viene anche ricordato per essere stato il primo compositore europeo a pubblicare musica per la chitarra a quattro corde e per aver inventato la notazione in intavolatura per arpa e organo.

La sua opera più famosa è i Tres libros de música en cifras para vihuela (1546), la quale annovera 37 composizioni. I primi due libri contengono esclusivamente pezzi strumentali e comprendono 27 fantasie, 9 tiento, 2 romanesche, 3 pavane, 3 gagliarde e 7 glosse.

Nel secondo libro, si hanno otto gruppi di brani, ognuno relativo alla rispettiva tonalità gregoriana, espressamente indicata dal compositore. Ogni gruppo ha la struttura di una suite, composta da più brani: il primo e l'ultimo gruppo sono costituiti da quattro brani, mentre i rimanenti gruppi da tre.

Il terzo libro, infine, è composto da 28 brani, tutti per canto con accompagnamento di vihuela, a eccezione dell'ultimo, che è un tiento per arpa od organo.

I 28 brani del libro sono suddivisibili in 3 mottetti, 3 romanze, 3 canzoni, 7 sonetti, 4 versi, 5 villancico e 2 falsi bordoni. Tra questi, quattro brani sono concepiti espressamente per chitarra.

A differenza dei suoi predecessori, Mudarra adotta un contrappunto più denso e una maggiore libertà nell'uso della dissonanza.

L'ultimo brano del libro, infine, è molto interessante, in quanto il compositore annuncia che è il primo di un quarto volume inedito, dedicato all'arpa e all'organo, mai stampato a causa delle molteplici responsabilità di Mudarra alla Cattedrale di Siviglia.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Fantasia X" per vihuela


"Si viesse e me levasse" per voce e vihuela


"Romanesca par Alberto Ponce" (Romanesca per Alberto Ponce) per vihuela


NOTE

Romanesca: formula melodico-armonica diffusa tra la metà del XVI e l'inizio del XVII secolo, usata come aria per il canto di poesie o come soggetto per variazioni strumentali. Il termine viene documentato per la prima volta nei Tres libros de  música en cifra para vihuela (1546) di Alonso Mudarra e nel Carminum pro testudines liber IV di Pierre Phalèse. Mentre in Spagna la formula era usata nell'ambito di variazioni strumentali, in Italia era usata come aria per il canto di poesie, specie per strofe scritte in ottava rima, come si nota dai lavori dei compositori Giulio e Francesca Caccini, Filippo Vitali e Stefano Landi. In Spagna, invece, fu molto diffusa tra i vihuelisti, come Luis de Narváez, Alonso Mudarra, Enríquez de Valderrábano e Diego Pisador. Le romanesche originarie erano in ritmo ternario, mentre quelle successive furono scritte in doppio metro. La Romanesca è composta da una sequenza di quattro accordi con un basso semplice e ripetuto, secondo lo schema: III - VII - i - V - III - VIII - i - V - i. La melodia, infine, è simile a quella del Passamezzo antico, ma una terza più alta. Fonti: Wikipedia


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Verdú, Paulino Capdepón (2018), Alonso Mudarra in Diccionario Biográfico Electrónico [online]. Ultimo accesso: 6 agosto 2025. Disponibile presso: https://dbe.rah.es/biografias/6483/alonso-mudarra

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