GIOVANNI CESARE NETTI
Giovanni Cesare Netti nacque nel 1649 a Putignano, in Terra di Bari, figlio di Francesco Antonio Netti e di Teresa Venera Cristolla.
Nulla si conosce sui suoi primi anni di vita. Si sa solo che studiò presso il Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli fino al 1667, dove ebbe, tra gli altri, come insegnante Giovanni Salvatore. Negli ultimi anni, divenne "mastricello" insieme al collega Gennaro Ursino, con il quale condivise la vocazione sacerdotale.
Dopo gli studi, Netti fornì cantate da camera ai circoli accademici nobiliari napoletani e, nel 1675, fu assunto come organista soprannumerario nella cappella vicereale.
Nel 1680 divenne maestro di cappella al Tesoro di S. Gennaro e, nel frattempo, avviò la sua attività operistica, componendo i melodrammi L'Adamiro (1681) e La Filli (1682).
Morì prima del 1686 a Napoli, a causa della podagra (gotta grave).
I suoi due melodrammi superstiti illustrano le caratteristiche dell'ambiente operistico napoletano prima dell'arrivo di Alessandro Scarlatti.
Le arie di Netti, insieme alle cantate, si caratterizzano per la notevole padronanza della melodia cantabile, su un tessuto armonico semplice e adeguato alle atmosfere evocate dal testo. Nell'ambito della cantata cameristica e nelle prime serenate, Netti crea uno stile musicale autoctono, distinto da quello scarlattiano.
Il testo di A dio, cara libertà è in più sezioni e presenta diversi cambi di tempo in corrispondenza degli inserti successivi e, insieme a Semiviva e dolente, si caratterizza per la scrittura virtuosistica al soprano, ricca di figurazioni che imitano i concetti poetici.
In questo repertorio raffinato, concepito per ambienti aristocratici o accademici, la composizione più famosa di Netti fu la serenata Nella notte più fosca. Anch'essa, è una composizione a più sezioni, in cui ai bruschi cambi di atmosfera testuale corrispondo mutamenti ritmico-armonici. L'ambiente notturno e il lamento dell'"infelice amante", infine, sono tipici della serenata napoletana del tempo.
Oltre a queste composizioni, si ricordano le cantate Nel bel regno d'Amore, Nella stagion appunto ch'al feroce leone e Risvegliatevi, o luci mie belle, oltre al duetto Seguame pur che può scoprirmi.
BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO
Cantata "Addio, cara libertà"
Cantata "Più non vanti la speranza"
Cantata "Semiviva e dolente" per soprano e basso continuo
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Fabris, Dinko (2013), NETTI, Giovanni Cesare in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 [online]. Ultimo accesso: 21 settembre 2024. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-cesare-netti_%28Dizionario-Biografico%29/
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