FRANÇOIS-JOSEPH FÉTIS

François-Joseph Fétis nacque nel 1784 a Mons (Belgio), figlio dell'organista Antoine-Joseph Fétis e di sua moglie Elisabeth Desprets.

Iniziò a comporre all'età di sette anni e, due anni più tardi, era già organista della chiesa di Saint Waltrude a Mons. Nel 1800 iniziò a frequentare il Conservatorio di Parigi, dove studiò con François-Adrien Boïeldieu, Jean-Baptiste Rey e Louis-Barthélémy Pradher.

Nel 1806 intraprese la revisione dei canti liturgici romani, per scoprire e stabilire la loro forma originale. Nello stesso anno, iniziò anche la Biographie universelle des musiciens, che apparve solo nel 1834 e, la quale, rimane attualmente un'importante fonte informativa.

Nel 1821 fu nominato professore al Conservatorio di Parigi e, sei anni dopo, fondò la "Revue musicale", il primo giornale serio francese dedicato esclusivamente alla musica. 

Nel 1833 divenne direttore del Conservatorio Reale di Bruxelles e maestro di cappella del re. Fu anche il fondatore e il direttore dei celebri concerti annessi al conservatorio e inaugurò una serie gratuita di lezioni di storia e filosofia musicale.

Fétis scrisse diverse composizioni, come opere, oratori e chanson, ma anche diverse "bufale musicali", la più famosa delle quali è il Concerto per liuto di Valentin Strobel (1698). La composizione, in realtà, non fu scritta da Valentin Strobel, ma dal compositore ceco Johann Strobach.

Nel 1856 collaborò strettamente con Jean-Baptiste Vuillaume per la stesura del trattato Antoine Stradivari, luthier célèbre, il quale comprende capitoli dettagliati sulla storia e lo sviluppo della famiglia del violino, sugli antichi maestri liutai italiani e un'analisi degli archi di François Tourte.

Fétis rimane tuttavia famoso per i suoi scritti sulla musica, come Curiosités historiques de la musique (1850), l'Histoire générale de la musique (1869-1876) e Méthode des méthodes de piano (1840), scritto insieme a Moscheles.

Il compositore vedeva la storia della musica come qualcosa in continua evoluzione, che si adattava alle nuove condizioni. Riteneva che tutte le culture e le epoche creassero musica e, quindi, iniziò uno studio approfondito della musica rinascimentale, della musica popolare europea e della musica extraeuropea, gettando le basi della futura musicologia comparata.

Morì nel 1871 a Bruxelles.

Le sue opere storiche, nonostante le molte imprecisioni, rimangono di grande valore per gli storici. Anche le sue critiche ai compositori contemporanei, come Berlioz, rimasero famose.

Sebbene noto per i suoi contributi critico-musicologici, Fétis scrisse anche libri sulla teoria musicale, come l'Esquisse de l'histoire de l'harmonie (1841) e il Traité complet de la théorie et de la pratique de l'harmonie (1844).

Il compositore, infine, si ricorda per la celebre canzone d'arte italiana Se i miei sospiri, apparsa in un suo concerto parigino del 1833. Fétis pubblicò il brano per voce e archi (1838) e, in seguito, per voce e pianoforte (1843), usando stavolta il testo "Pietà, Signore", al quale il brano è associato tutt'oggi.

Fétis attribuì la canzone ad Alessandro Stradella e affermò di possederne il manoscritto originale. In seguito alla sua morte, non si riuscì a trovare alcun manoscritto e, considerando che lo stile del brano non è coerente con quello di Stradella, la paternità della composizione è attribuita a Fétis stesso.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Sinfonia n° 1 in Mi bemolle maggiore" per orchestra


Concerto per flauto in Si minore


Canzone d'arte "Se i miei sospiri" per soprano e pianoforte


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, The Free Encyclopedia, François-Joseph Fétis [online]. Ultimo accesso: 29 agosto 2024. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois-Joseph_F%C3%A9tis

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