JOSEF HOFMANN


Josef Casimir Hofmann nacque nel 1876 a Podgórze, un distretto di Cracovia (Polonia), figlio del compositore, pianista e direttore d'orchestra Kazimierz Hofmann e della cantante Matylda Pindelska. 

Studiò a Berlino con Heinrich Urban (composizione) e con Moritz Moszkowski (pianoforte). Nel 1892, invece, proseguì la sua formazione con Anton Rubinstein, il quale lo fece esibire con lui in numerose tournée, facendolo diventare uno dei pianisti più celebri dell'epoca.

Durante la prima guerra mondiale, Hofmann si stabilì negli Stati Uniti dove, nel 1924, divenne il primo capo del dipartimento di pianoforte al Curtis Institute of Music di Philadelphia, del quale divenne direttore tre anni più tardi e dove rimase fino al 1938.

Costretto a lasciare l'istituto a causa di controversie finanziarie e amministrative, dal 1939 al 1946 la sua fama artistica si deteriorò, anche a causa di difficoltà familiari e dell'alcolismo. 

Nel 1946, Hofmann tenne il suo ultimo recital alla Carnegie Hall e si ritirò a vita privata due anni dopo. Trascorse i suoi ultimi dieci anni di vita a Los Angeles in relativa oscurità, lavorando su diverse invenzioni e mantenendo una costante corrispondenza con i suoi collaboratori.

Come inventore, Hofmann ottenne oltre 70 brevetti, alcuni relativi a un dispositivo per registrare la dinamica nella riproduzione dei rulli per pianoforte e a miglioramenti al movimento del pianoforte, adottati dalla Steinway Company.

Nel 1939 si trasferì a Los Angeles, dove morì nel 1957, a causa di una polmonite.

La produzione di Hofmann annovera oltre 100 composizioni, molte delle quali pubblicate sotto lo pseudonimo di Michel Dvorsky, tra le quali due concerti per pianoforte e diverse musiche per balletto.

L'approccio e lo stile del compositore possono essere riassunti dal suo motto: "un aristocratico non ha mai fretta". Spesso, Hofmann affermò che Anton Rubinstein e Moriz Rosenthal furono gli unici pianisti ad averlo influenzato e ammirava i cantanti Mattia Battistini e Marcella Sembrich. 

Adottò uno stile dimostrativo nelle esecuzioni dal vivo e uno stile sottile e sobrio nelle registrazioni in studio. In entrambi i casi, si attenne maggiormente alla partitura stampata, raddoppiando talvolta le ottave della mano sinistra e rifuggendo dal sentimentalismo. Solitamente, metteva al primo posto la spontaneità piuttosto che la formalità della struttura.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

"Kaleidoskop" (Caleidoscopio) per pianoforte, dalla raccolta "Characterskizzen, op. 40 n° 4" (Schizzi caratteristici)


"Chromaticon" (Cromatico) per pianoforte e orchestra


"Elegia" per pianoforte


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, The Free Encyclopedia, Josef Hofmann [online]. Ultimo accesso: 3 luglio 2024. Disponibile presso: https://en.wikipedia.org/wiki/Josef_Hofmann

Commenti