ADALBERT VON GOLDSCHMIDT

Jacob Adalbert Ritter von Goldschmidt nacque nel 1848 a Vienna, figlio del procuratore, console e cofondatore della Banca Rotschild Moritz Ritter e di sua moglie Nanette von Goldschmidt.

Fin da piccolo, ricevette lezioni di pianoforte e di composizione da Friedrich Adolf Wolf e, dal 1865, anche da Joseph Hellmesberger.

Le sue prime composizioni (Messa in Si bemolle maggiore, Rapsodia spagnola per orchestra) furono eseguite con successo dal neonato conservatorio del Musikverein di Vienna.

Fu uno dei primi membri della Società Wagner di Vienna, sostenne finanziariamente Wagner nella costruzione del Teatro del Festival di Bayreuth e si batté affinché l'intera scuola di musica del futuro ottenesse maggiori riconoscimenti.

In occasione dell'inaugurazione della Künstlerhaus di Karlsplatz, Goldschmidt vide il dipinto di Hans Makart I sette peccati capitali e si sentì ispirato a scrivere un oratorio. 

Nella scrittura di questo lavoro, completato nel 1873, il compositore sfruttò il linguaggio tonale di Wagner, ma cercò anche di andare oltre, aggiungendo cori di operai, musica da salotto, sonorità impressionistiche e melodie di operetta, realizzando un collage dall'aspetto moderno.

L'oratorio, intitolato Die Sieben Todsünden (1876), fu rappresentato al Reichshallen di Berlino ed ebbe un grande successo, tanto che la rivista "Der Salon" di Lipsia descrisse il pezzo come un capolavoro "veramente epocale".

Nel 1878, Goldschmidt divenne allievo di Franz Liszt e, nei cinque anni successivi, lavorò all'opera Helianthus, rappresentata per la prima volta nel 1884 allo Stadttheater di Lipsia, sotto la direzione di Arthur Nikisch.

Tra il 1883 e il 1885, Goldschmidt frequentò molto la città di Parigi e preparò la rappresentazione francese del suo famoso oratorio. Composizioni come il ciclo Six Lieder, l'Allegoria del Vuoto e miniature come Zu spät testimoniano il suo avvicinamento al modernismo francese.

Dal 1884 al 1889, il compositore lavorò al suo dramma musicale Gea, concepito per una rappresentazione di tre giorni e dedicato alla madre Terra e al suo "germe del mondo".

Deluso dal fallimento dei suoi grandi progetti musicali-drammatici, Goldschmidt di dedicò maggiormente alla canzone, componendo numerosi brani su testi di autori tedeschi, francesi e ungheresi. 

Nel 1893 intraprese una tournée europea come accompagnatore delle proprie canzoni, le quali riscossero grande successo.

Tra i lavori tardivi del compositore, vi è l'opera comica Die Fromme Helene (1896), rappresentata in prima assoluta all'Opera di Stato di Amburgo. 

Negli ultimi anni di vita, Goldschmidt lavorò al ciclo Fiabe nere, basato su testi dei fratelli Grimm, di Hans Christian Andersen e di Fanny Gröger. Per la prima volta, in esso il compositore si avvicinò alla prosodia e al trattamento del linguaggio atonale.

Nel 1906, Goldschmidt fu colpito da un ictus e poi da una crisi nervosa. Non riuscì mai a guarire e morì tre giorni prima di Natale dello stesso anno, per una "emorragia cerebrale dovuta a neurite cronica".

Dopo la sua morte, le sue composizioni furono subito dimenticate, anche a causa del suo oblio da parte del regime nazista.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Lieder "Denk es, o Seele!" (Pensaci, o anima!) per voce e pianoforte


Oratorio "Die sieben Todsünden" (I sette peccati capitali) per pianoforte


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Wikipedia, Die Freie Enzyklopādie, Adalbert von Goldschmidt (Komponist) [online]. Ultimo accesso: 18 luglio 2024. Disponibile presso: https://de.wikipedia.org/wiki/Adalbert_von_Goldschmidt_(Komponist)

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