GIOVANNI ALBERTO RISTORI

Giovanni Alberto Ristori nacque nel 1693, probabilmente a Vienna, figlio degli attori Tommaso e Caterina Ristori. La sua qualifica di "bolognese" si riferisce forse alla sua formazione, come confermerebbe un'annotazione di Stefano Benedetto Pallavicino, che lo vanterebbe esponente "della scuola di Bologna".

Nel 1713, il giovane debuttò al teatro Obizzi di Padova col dramma pastorale Pallade trionfante in Arcadia del conte Otto Mandelli. L'anno successivo, invece, Ristori allestì l'opera Pigmalione al teatro Manfredini di Rovigo.

Nel 1715, aggregato come musicista alla compagnia teatrale del padre, il compositore raggiunse Dresda, dopodiché si recò a Varsavia, dove lavorò come compositore e maestro della "Cappella polacca di dodici elementi", costruita nel 1717 per intrattenere il re nei suoi soggiorni a Varsavia.

Probabilmente, Ristori compose per la cappella una serie di intermezzi e di opere teatrali. 

Ancor prima dello scioglimento della cappella a causa della morte del re Augusto II (1733), il compositore fu nominato maestro di cappella e Konzertmeister a Dresda.

Dopo la riapertura della Cappella polacca due anni più tardi, Ristori propose al sovrano e alla corte la cantata Si disarmi quest'altiero (1735) per il compleanno della regina, il componimento per musica Su l'incudine sonora (1736) per il secondo onomastico del re e i "versi cantati in Varsavia" Dai crini omai scuotete (1736) per l'anniversario dell'incoronazione della zarina Anna.

Sempre nel 1736, Ristori allestì al teatro di corte il dramma Le fate, per festeggiare il rientro del re da Varsavia, dove aveva consolidato la recente acquisizione della corona polacca. Nello stesso anno, il compositore scrisse l'azione scenica Arianna per celebrare il compleanno del sovrano.

Finanziato dalla corte, Ristori si recò a Napoli, dove si dedicò all'attività teatrale, scrivendo i due drammi metastasiani Temistocle (1738) e Adriano in Siria (1739).

Negli ultimi dieci anni di vita, il compositore si recò nuovamente a Varsavia per produrre nuovi lavori per la corte, tra i quali la serenata La liberalità di Numa Pompilio (1746) per il compleanno del re, la festa teatrale Diana vendicata (1746) per il compleanno della regina e la festa di camera Amore insuperabile (1747) per le nozze del delfino di Francia con Maria Josepha di Sassonia.

Morì nel 1753 a Dresda.

La sua produzione musicale annovera 20 messe e sezioni di messe, 3 requiem, numerose composizioni da chiesa minori e diversa musica strumentale.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Litanie di S. Francesco Xaverio


Concerto per oboe in Mi bemolle maggiore


Cantata "Lavinia a Turno"


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Mellace, Raffaele (2016), RISTORI, Giovanni Alberto in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 [online]. Ultimo accesso: 12 aprile 2025. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-alberto-ristori_%28Dizionario-Biografico%29/

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