ORAZIO VECCHI

Orazio Tiberio Vecchi nacque nel 1550 a Modena, figlio del mercante Giovanni Vecchi e di sua moglie Isabella Garuti.

Poco si conosce sulla sua infanzia e sulla sua educazione. È confermata la sua precoce frequentazione del convento servita di S. Salvatore, dove studiò musica con fra Salvatore Essenga.

Nel 1570, Vecchi divenne tenore della cappella del duomo di Siena e, nello stesso periodo, continuò gli studi di composizione, canto e concertazione con Essenga.

Qualche anno dopo, il compositore raggiunse a Brescia il conte modenese Baldassarre Rangoni e, alla fine degli anni '80, fece pubblicare tre libri di Canzonette a quattro voci (1580-1585), dedicati ad alcune personalità bolognesi e veneziane e un primo libro di Madrigali a sei voci (1583), dedicato al duca Albrycht Radziwiłł.

Nel 1583, Vecchi divenne maestro di cappella del duomo di Moderna ma, tre anni più tardi, assunse lo stesso incarico presso il duomo di Reggio. Durante questo periodo, contribuì a varie edizioni collettive e pubblicò diversi libri propri.

Ritornò nella sua città natale solo nel 1593 e, due anni più tardi, entrò nelle Confraternite di S. Pietro Martire e di S. Geminiano.

Nel 1597, Vecchi conobbe un fecondo periodo creativo, pubblicando un libro di 34 Canzonette a tre voci, con intavolatura per liuto e dedicate al podestà di Reggio Paolo Calori. 

Si ricordano anche 24 mottetti da 5 a 8 voci, dedicati alla Congregazione Cassinese di S. Giustina di Padova, la raccolta Convito musicale, da 3 a 8 voci, dedicata all'arciduca Ferdinando II d'Austria e, infine, la raccolta L'Amfiparnaso comedia harmonica a 5 voci, dedicata a don Alessandro d'Este.

Negli anni successivi, la fama del compositore si diffuse in Europa, grazie alle ristampe di diverse sue opere.

Morì nel 1605 a Modena.

Le sue composizioni a 4 voci presentano uno stile sobrio e limpido, legato ai dettami della Controriforma, ottenuto attraverso una scrittura omoritmico-declamatoria, spesso organizzata con la tecnica del falsobordone.

Nelle messe e, soprattutto, nei mottetti, dove compaiono anche 6 e 7 parti, Vecchi adotta un linguaggio maggiormente complesso e raffinato, costruito attraverso il contrappunto e l'imitazione. Lo stesso, nei lavori a 8 parti, aderisce ai modelli bicolari veneziani.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Canzonetta "So ben mi ch'ha bon tempo"


Saltarello detto "Trivella", dalla raccolta "Selva di Varia Ricreatione"


Missa Pro Defunctis à 8


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Rodolfi, Sauro (2020), VECCHI, Orazio Tiberio in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 98 [online]. Ultimo accesso: 19 settembre 2025. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/orazio-tiberio-vecchi_%28Dizionario-Biografico%29/

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