MARIO PILATI

Mario Pilati nacque nel 1903 a Napoli, figlio del rappresentante commerciale all'ingrosso Antonio Pilati e di sua moglie Pasqualina Pacella.

Indirizzato a studi tecnici dal padre, all'insaputa di questi e complice la madre, iniziò a prendere lezioni private di armonia e contrappunto. Solo alla conclusione del percorso impostogli dal padre, poté iscriversi prima al Liceo musicale di Napoli e dopo al "Conservatorio San Pietro a Majella", dove studiò contrappunto e composizione con Antonio Savasta, diplomandosi nel 1923.

Già in ambito scolastico, Pilati dimostrò un precoce talento compositivo, presentando nei saggi finali degli ultimi due anni alcune composizioni, come liriche per canto e pianoforte su testi di Carlo Altucci (Purificazione), di Gil Vicente e Pedro Soto de Rojas (Dos canciones españolas, 1923) e di Sergio Corazzini (Dialogo di marionette).

Al periodo, risalgono anche una Sonatina per flauto e pianoforte, una Sonata in un tempo per violino e pianoforte, un Minuetto e una Habanera per orchestra.

Precoce fu anche la vocazione didattica, la quale gli valse una nota di merito della direzione e del corpo insegnanti per aver svolto diligentemente l'incarico di "maestrino", ossia istruttore dei colleghi più giovani.

Nel 1924 vinse un concorso bandito dal "Civico liceo musicale" di Cagliari, iniziando l'attività di insegnante di composizione, parallelamente ad altri incarichi (bibliotecario e professore di storia della musica, di direzione d'orchestra e di armonia complementare).

Dopo due anni, si trasferì a Milano, dove lavorò come libero professionista, impegnandosi anche come direttore d'orchestra, pianista accompagnatore, critico musicale, redattore per la casa editrice "Ricordi" di riduzioni per canto e pianoforte di partiture operistiche e, soprattutto, insegnante.

Tra il 1924 e il 1926 terminò una serie di sei Canzoni madrigalesche a 4, 5, e 6 voci, su testi di Boccaccio, Petrarca e Dragonetto Bonifacio, alle quali si aggiunsero le liriche per canto e pianoforte Lettera amirosa, Mare, Lunella, Balladettes, su testi di Salvatore Di Giacomo, Giovanni Pascoli, Gabriele D'Annunzio e Carlo Altucci.

Si ricordano ancora Tre canti napoletani e Due epigrammi napoletani, il salmo Ecce nunc benedicite Dominum per doppio coro a otto voci, il coro per voci femminili e orchestra A sera su testo di Antonio Fogazzaro e, infine, vari pezzi strumentali, come i Tre pezzi per orchestra: Minuetto, Habanera e Furlana e la Suite per archi e pianoforte.

Nel 1927 la sua notorietà crebbe grazie al conseguimento del premio istituito dalla mecenate statunitense Elizabeth Sprague Coolidge, assegnato alla sua Sonata per flauto e pianoforte. 

L'anno successivo, completò il Quintetto in Re per pianoforte e archi, per il quale vinse il "Premio Rispoli 1928" e scelto, insieme alla Rapsodia per orchestra di Virgilio Mortari, a rappresentare l'Italia al Festival della "International Society for contemporary music del 1931" a Oxford e a Londra.

Seguirono diverse composizioni classiche, come la Sonata in Fa per violino e pianoforte e la Sonata in La per vioncello e pianoforte (1929), il Quartetto in La per archi (1930-1931), il Concerto in Do maggiore per orchestra (1933).

Nel 1928 sposò Antonietta Margiotta, dalla quale ebbe tre figlie, oltre a riprendere la carriera didattica interrotta. Due anni più tardi, infatti, vinse il concorso per la cattedra di armonia e contrappunto al "Conservatorio di Napoli", mentre tre anni dopo vinse il concorso per la cattedra di contrappunto, fuga e composizione a Palermo, dove rimase fino al 1938.

Nello stesso anno, rientrò a Napoli, riavvicinandosi gradualmente alla musica tradizionale napoletana. Dapprima, scrisse Preludio, aria e tarantella (1930) per violino e pianoforte, poi Echi di Napoli: otto canzoni su vecchi testi popolari per canto e pianoforte (1933), Tammurriata per violino e pianoforte (1936) e, infine, Piedigrotta, frammento dell'"opera popolare napolitana" di Altucci.

Attorno al filone napoletano, nacquero diverse musiche orchestrali, bandistiche, pianistiche, vocali da camera, come la ninna nanna Alla culla per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno, arpa, triangolo e archi.

Morì nel 1938 a Napoli.


BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO

Sonata per violoncello e pianoforte


Ninna nanna "Alla culla" per orchestra


Concerto per orchestra in Do maggiore


Echi di Napoli: Otto canzoni su vecchi testi popolari


"Preludio, aria e tarantella" per violino e pianoforte


FONTI BIBLIOGRAFICHE

Di Benedetto, Renato (2015), PILATI, Mario in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 83 [online]. Ultimo accesso: 8 novembre 2023. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/mario-pilati_%28Dizionario-Biografico%29/

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