GIORGIO MAINERIO
Giorgio Mainerio (anche Mainer, Maynar o de Maynerijs) nacque forse nel 1535 nei dintorni di Parma. Non si hanno notizie su di lui prima del 1560, anno della sua investitura della cappella di S. Orsola del duomo di Udine.
Nel 1563 fu nominato mansionario soprannumerario della cappella e, due anni più tardi, divenne mansionario principale, incarico mantenuto fino al 1570, anno nel quale divenne mansionario della cappella di Aquileia e della cappella di S. Canciano.
Ad Aquileia, Mainerio fu anche affidatario di responsabilità amministrative e di vari incarichi musicali. Tra l'altro, il compositore fece stampare i suoi Magnificat octo tonorum cum quattuor vocibus (1574), dedicati al capitolo della città.
Si tratta di una raccolta di Magnificat scritti sugli otto modi gregoriani, per ognuno dei quali sono proposte intonazioni polifoniche diverse per i versetti dispari e per i versetti pari, realizzate da 2 a 8 voci con ricorsi a canoni o alla tecnica dei cori spezzati.
Rilevanti sono due intonazioni particolari, la Sexti toni sopra la Battaglia francese e la Quinti toni sopra la Battaglia italiana, basate su materiali tematici trattati da La guerre di Janequin, commemorativa della battaglia di Marignano (1515) e da La bataglia italiana di M. H. Werrecore, per celebrare la battaglia di Pavia (1525).
La dedica della raccolta fece ottenere al compositore l'assegnazione di una nuova cappella nel 1576, insieme al titolo di maestro di cappella e alla preminenza su tutti i mansionari.
Nel frattempo, continuò a dedicarsi all'attività compositiva e, nel 1578, fece stampare Il primo libro de' balli a quatro voci, accommodati per cantar et sonar d'ogni sorte de istromenti, dedicati "Alli molto magnifici Signori Accademici Philarmonici del Nobil Casin del reverendo monsignor Oratio Billiardo dignissimo Canonico di Parma".
Il libro, oggi molto famoso, è tra le maggiori fonti di musica per danza della seconda metà del '500 e raccoglie 21 balli, alcuni dei quali accompagnati da saltarelli e riprese.
Dedicati a personaggi reali o popolari pittoreschi o aventi nomi di danze regionali, sono scritti in gran parte in forma omoritmica, con pochi elementi contrappuntistici e, di solito, affidano la melodia al soprano.
La brevità e la simmetria delle frasi musicali, inoltre, ne evidenziano l'origine popolare, resa più nobile mediante l'uso di procedimenti variativi e di bassi ostinati.
I saltarelli che accompagnano le danze sono tutti in ritmo ternario e sono melodicamente ricavati dal ballo binario che li precede. I più rilevanti sono il Pass'e mezzo antico e il Pass'e mezzo moderno, i quali rappresentano i più antichi esempi di suite strumentale conosciuti.
La terza opera del compositore, invece, si intitola Sacra cantica Beatissimae Mariae Virginis omnitonum sex vocum parium canenda (1580), dedicata alla "Confraternita del Ss. Sacramento" di Ancona.
Il libro, pervenuto solo parzialmente, si apre con il motetto O sacrum convivium, seguito da 10 intonazioni polifoniche a 6 voci del Magnificat.
Morì nel 1582 ad Aquileia.
L'anno successivo alla sua morte, infine, quasi tutti i suoi balli furono ristampati anonimi e alcuni con un titolo leggermente diverso, raccolti nelle antologie Chorearum molliorum collectanea e Ein schön nutz unnd [sic] gebreüchlich Orgel Tabulaturbuch von Jacobo Paix.
BRANI CONSIGLIATI PER L'ASCOLTO
Danze "Schiarazula Marazula" e "La Lavandara Gagliarda"
Pass'e mezzo antico
Ballo furlano "L'arboscello"
FONTI BIBLIOGRAFICHE
Colussi, Franco (2006), MAINERIO, Giorgio in Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 67 [online]. Ultimo accesso: 1 giugno 2025. Disponibile presso: https://www.treccani.it/enciclopedia/giorgio-mainerio_(Dizionario-Biografico)/
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